NAPOLI – “Ho accolto con molta soddisfazione la delibera di Giunta n.84 della Regione Campania e la relativa bozza di convenzione con l’Arma dei Carabinieri, licenziata pochissimi giorni fa, per aumentare i controlli di tracciabilità del latte bufalino, che, negli ultimi mesi, sta scontando una gravissima crisi a causa del prezzo basso imposto agli allevatori, sottoposti al rischio concreto di fallimento”.
Così Salvatore Ciardiello, presidente della Copagri Campania, che aggiunge: “ringrazio vivamente il presidente, Vincenzo De Luca, per la sensibilità ancora una volta dimostrata, a tutela del comparto bufalino e, soprattutto, per aver accolto il nostro grido di aiuto”.
Il provvedimento si aggiunge a una serie di attività messe in campo dalla Regione Campania, per sostenere il settore, quali, ad esempio, l’ottimo lavoro svolto per arginare la brucellosi, le risorse recentemente stanziate per compensare il mancato reddito degli allevatori bufalini che hanno dovuto abbattere gli animali infetti, misura che, proprio nei giorni scorsi è stata accreditata agli aventi diritto, alle quale si aggiungeranno ulteriori fondi regionali per il medesimo scopo.
Chiediamo, ancora una volta, che tutte le autorità preposte facciano la loro parte, affinché venga rispettato alla lettera il disciplinare di produzione della “mozzarella di bufala Campana”, che sia impedito l’uso del fusore, strumento che non si concilia affatto con il rispetto della tradizionalità e artigianalità della mozzarella di bufala, così come l’impiego di latte congelato o, peggio, concentrato. Per quest’ultimo aspetto, peraltro, è sufficiente far rispettare la legge n. 138/1974, che vieta, categoricamente, l’utilizzo di latte concentrato per la preparazione di prodotti caseari.
Allo stesso modo, chiediamo, come già abbiamo fatto diversi mesi fa, l’unificazione delle banche dati dell’intera filiera del latte bufalino, controlli puntuali sia alla trasformazione sia alla produzione, le cui dichiarazioni devono essere richieste per singolo capo. Ciò in quanto riteniamo del tutto inverosimile, conclude Ciardiello, che vi siano alcune aziende i cui capi bufalini producano, mediamente, 25-30 litri di latte al giorno per l’intero periodo di lattazione.
È una gravissima anomalia che, come tale, necessita di essere approfondita a tutela di tutti gli operatori onesti del comparto, che costituiscono la maggior parte, e dei consumatori. Sono certo che, conclude Ciardiello, solo in questo modo il latte di bufala fresco tornerà ad essere pagato a un prezzo equo, tale da garantire un reddito dignitoso per gli allevatori.