PALERMO – Ricerca sulle cultivar autoctone. Promozione internazionale. Sviluppo del turismo legato all’olio.
Giuseppa Mistretta, commissaria straordinaria dell’Irvo traccia le linee di intervento che far crescere l’olio extravergine d’oliva made in Sicilia: “Sosteniamo non solo le radici e la cultura che rendono il nostro olio extravergine d’oliva così speciale, ma anche l’innovazione che permette di proiettare i nostri prodotti sui mercati internazionali”.
Innovazione vuol dire, ad esempio, lanciare un progetto sperimentale sulle cultivar autoctone anche per capire la loro capacità di adattamento ai cambiamenti climatici visto che la Sicilia ha da sempre dovuto fare i conti con la siccità: “Sarà importante verificare la loro capacità di resistenza in passato e come portele adattare al futuro”. Nell’isola sono allevate tredici cultivar – dalla Biancolilla alla Cerasuola, dalla Santagatese in provincia di Messina alla Zaituna del siracusano fino alla Giaraffa tipica del palermitano.
“Abbiamo la fortuna di avere piante allevate in territori con una grande variabilità climatica, pedologica e genetica”. E il forte rapporto con territori diversi tra loro per geomorfologia permette di avere “varietà estremamente caratterizzate anche nelle proprietà chimico-fisiche”. Ecco perché “siamo convinti che si potrà portare avanti un interessante lavoro di sperimentazione e selezione genetica”.
La diversità dei territori, dunque, è una ricchezza da valorizzare anche per dar forza ai progetti di turismo dell’olio che Irvo vuole lanciare anche attraverso il rafforzamento della promozione internazionale e il lavoro di incoming che a gennaio ha portato in Sicilia un gruppo di buyer degli Emirati Arabi Uniti. “I numeri dell’olio siciliano – spiega Mistretta – sono molto importanti, così come la qualità ma per far crescere ancora l’uliveto Sicilia stiamo mettendo in campo progetti in grado di far vivere attraverso la conoscenza dell’intera filiera l’esperienza delle nostre produzioni”. E così si stanno definendo i percorsi tra le vie dell’olio, la scoperta dele cultivar e dei frantoi.
Già, perché l’isola è la terza regione italiana per numero di frantoi attivi, cresciuto negli ultimi anni grazie anche all’adozione di tecnologie innovative che permettono di ottenere oli di qualità superiore. “Dati – che secondo Mistretta – testimoniano non solo l’importanza dell’attività olivicola nell’isola, ma anche la grande attenzione dedicata alla trasformazione del prodotto”.
E infatti la Sicilia è al secondo posto in Italia per valore della produzione di oli extravergine di oliva DOP e IGP, “con una varietà di oli che rispecchiano le caratteristiche uniche del nostro territorio”. E l’isola si prende la medaglia d’argento per numero di aziende agricole olivicole e valore della produzione di oli extravergine d’oliva Dop e Igp.