I portinnesti serie M coniugano resilienza e qualità vino. A Vinitaly degustazione inedita con Vivai Cooperativi Rauscedo

VERONA – Tra i filari del VCR Reserch Center la qualità del vino nasce in vigneto, con la scelta dei cloni e dei portinnesti più performanti.

Tra questi ultimi emergono i quattro portinnesti della serie M, messi a punto grazie al programma di miglioramento genetico intrapreso a partire dagli anni ’80 dall’Università di Milano, sostenuti da Winegraft, moltiplicati e commercializzati in esclusiva da VCR Vivai Cooperativi Rauscedo.

I vini prodotti con i portainnesti della serie M sono stati protagonisti di un’inedita e unica degustazione alla 57esima edizione di Vinitaly che ha aperto a Verona. Ne abbiamo parlato con Yuri Zambon dei Vivai Cooperativi Rauscedo.

I portinnesti serie M del vigneto resiliente hanno genetiche diverse, diverse attitudini e rispondono a diverse esigenze. La quota maggiore è ancora quella di M2, caratterizzato, come confermano le prove comparative di VCR, da alta vigoria, buona resistenza al calcare e alla salinità. In decisa crescita l’M4, grazie all’alta resistenza alla siccità e alla salinità, da non trascurare però M1, in grado di garantire la massima qualità nei vitigni a bacca rossa e alta resistenza al calcare e M3, in grado di assicurare massima qualità nei suoli fertili con poco calcare.

La serie M nasce per contrastare l’impatto del climate change ma sta finendo per dimostrare che spesso resistenza e resilienza si sposano anche con la qualità. L’ulteriore conferma viene dalla recente ricerca dell’Università di Milano che ha studiato l’effetto del portinnesto sulla composizione aromatica dei vini chardonnay ma anche sul Sangiovese, Nero d’Avola, Primitivo e Grillo come abbiamo potuto constatare nel corso della degustazione.

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