VERONA – Proprio mentre a Vinitaly si celebra la vitalità del vino italiano nel mondo, dagli Stati Uniti arriva l’annuncio di nuove tariffe sull’importazione di vini esteri: 10% su tutte le etichette, 20% su quelle provenienti dall’Unione Europea.
Un tema che tocca da vicino anche i produttori siciliani, oggi più che mai attenti a tutelare il lavoro costruito in anni di promozione e riconoscibilità.
Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia, è intervenuto sulla questione durante Vinitaly, dichiarando:
“Stiamo monitorando con attenzione gli sviluppi e nel frattempo prevedendo gli effetti che i dazi imposti dall’amministrazione Trump potrebbero avere sulle vendite. Il valore della produzione di vino siciliano è di circa 1 miliardo di euro, di cui tra il 55% e il 60% è destinato all’export: parliamo quindi di circa 550 milioni di euro. Di questo, il 20% è diretto verso gli Stati Uniti, ovvero circa 120 milioni. È evidente che una misura di questo tipo, se confermata, potrebbe impattare sensibilmente sul nostro export in quel mercato”.
Nonostante le incertezze legate al nuovo scenario commerciale, il Consorzio guarda avanti con determinazione e fiducia, forte del lavoro di promozione e posizionamento portato avanti negli anni in numerosi mercati internazionali.
“I vini siciliani – prosegue Rallo – sono oggi presenti in molti Paesi, dove la DOC Sicilia è attivamente promossa attraverso un lavoro continuativo e coerente. Questo ci consente di affrontare il contesto attuale con una moderata fiducia. Confidiamo nel fatto che, nel corso degli anni, siamo riusciti a costruire un marchio solido e apprezzato negli Stati Uniti, un brand che è diventato sinonimo di qualità, tradizione e innovazione. Siamo ora in attesa di raccogliere i frutti di questo impegno a lungo termine. Siamo certi che i consumatori americani continueranno a scegliere la Sicilia, e con essa i nostri vini, mantenendo così viva e stabile la domanda sul mercato”.
Nel frattempo, il Consorzio conferma la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni italiane e le rappresentanze di settore per affrontare in modo costruttivo la situazione e tutelare il lavoro delle aziende siciliane che negli Stati Uniti hanno trovato, in questi anni, un mercato solido, ricettivo e strategico per la crescita della denominazione.