ROMA – “I pesanti dazi del 20% imposti dall’amministrazione USA sulle merci provenienti dall’UE, oltre a rappresentare una pericolosa misura protezionistica, sono una vera e propria sfida che rischia di assestare un colpo durissimo alla tenuta di tutti quei comparti, primo fra tutti l’agroalimentare, che fanno dell’export uno dei loro punti di forza e che hanno proprio negli Stati Uniti uno dei principali mercati di sbocco; bisogna, quindi, mettere rapidamente in campo una risposta integrata e sistemica, coniugando la necessaria attività diplomatica con interventi di sostegno economico, oltre che di promozione del Made in Italy e di diversificazione dei mercati”.
Lo ha ribadito il presidente della Copagri Tommaso Battista intervenendo a Palazzo Chigi a un confronto con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Oltre a valutare il potenziale ricorso al WTO, inoltre, è fondamentale ragionare con urgenza sulla possibile istituzione di un fondo di compensazione per le perdite dirette delle aziende agroalimentari, prevedendo il possibile coinvolgimento di SIMEST e CDP”, ha suggerito il presidente, invitando il governo a “lavorare anche sul versante delle agevolazioni fiscali, a partire dall’introduzione di un credito d’imposta per le imprese maggiormente colpite e sulla possibile sospensione di alcuni dei gravosi obblighi del Green Deal”.
“Gli Stati Uniti sono un mercato strategico per l’agroalimentare italiano, con esportazioni che nel 2024 hanno superato gli 8 miliardi di euro, pari al 25% del totale comunitario”, ha ricordato Battista, facendo notare che “i dazi rischiano di provocare un calo dell’export stimabile tra il 10% e il 15% nel breve periodo, con punte del 30% per diversi prodotti simbolo della dieta mediterranea, quali vino, formaggi e olio extravergine d’oliva; tutte produzioni che nell’annata appena trascorsa hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli Stati Uniti, con un aumento complessivo stimabile nell’ordine del 17%”.
“Senza contare, poi, le ricadute nel medio-lungo periodo, legate al rischio concreto che l’export italiano venga rimpiazzato da quello di altri paesi con dazi più favorevoli e all’ulteriore rischio di vedere arrivare sul mercato comunitario, e di conseguenza nazionale, le produzioni agroalimentari precedentemente esportate negli USA e provenienti da paesi stranieri colpiti da dazi ancora più salati”, ha aggiunto il presidente, secondo cui “è prioritario puntare sul canale diplomatico, lavorando per ottenere delle esenzioni mirate per le produzioni nazionali più colpite dall’incremento delle barriere tariffarie, e sul fronte commerciale, favorendo, attraverso appositi investimenti, l’ulteriore diversificazione dei mercati”.
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