ROMA – “Senza suolo non c’è futuro”. Con queste parole Mario Serpillo, presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (UCI), ha commentato l’accordo provvisorio raggiunto tra il Consiglio e il Parlamento europeo sulla nuova direttiva per il monitoraggio dei suoli.
“Il suolo non è solo una superficie dove si coltiva: è un organismo vivo, alla base di ciò che mangiamo, respiriamo e che ci permette di vivere. Senza un suolo sano, non ci sarà alcuna transizione ecologica possibile, né sicurezza alimentare garantita”, ha dichiarato Serpillo.
Un problema strutturale e urgente
Secondo UCI, la crisi del suolo è una delle più sottovalutate ma decisive per il futuro dell’agricoltura, dell’economia agroalimentare e dell’ambiente. I numeri parlano chiaro: in Italia il 20% del territorio è a rischio desertificazione e, negli ultimi 15 anni, sono andati persi oltre 105.000 ettari di suolo a causa dell’impermeabilizzazione. “È come se fosse stato cementificato l’intero Comune di Roma”, ha sottolineato Serpillo.
Le conseguenze sono molteplici e gravi: perdita di fertilità, calo delle rese agricole, dissesto idrogeologico, desertificazione, contaminazioni da PFAS e pesticidi, aumento delle emissioni climalteranti. Tutti fenomeni che hanno ricadute dirette su salute pubblica, economia e stabilità del territorio.
Il suolo come risorsa strategica e non rinnovabile
UCI accoglie con favore il primo passo della Commissione europea verso una regolamentazione più organica, ma ribadisce la necessità di rendere vincolanti gli obiettivi di rigenerazione e salute del suolo, coinvolgendo attivamente gli agricoltori.
Tra le soluzioni indicate:
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Adozione di pratiche rigenerative, biologiche e conservative;
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Introduzione di cover crops;
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Recupero di metodi agronomici tradizionali come la bulatura;
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Incentivi economici, formazione tecnica e strumenti operativi concreti.
L’appello: “Serve un piano nazionale”
“È tempo di trattare il suolo per quello che è: una risorsa non rinnovabile, la più preziosa che abbiamo. Serve un piano nazionale per la salute del suolo che riconosca il ruolo centrale dell’agricoltura nella tutela ambientale e nella produzione di cibo sano”, ha concluso Serpillo.
“Gli agricoltori italiani non chiedono altro che essere messi nelle condizioni di fare bene il proprio lavoro: curare la terra.”