ROMA – “La Giunta, con l’assessore Giancarlo Righini, è impegnata nel rilancio di un settore fondamentale per l’economia regionale.
La salvaguardia e la protezione delle nostre produzioni, in particolare quella del kiwi dove il Lazio è primo su scala nazionale, sono al centro di questa azione congiunta.
Il cambiamento climatico impatta e impatterà sempre di più. Compito delle istituzioni è mitigarne le conseguenze, accompagnando ricercatori e produttori. Questo accordo, immediatamente operativo, mira a raggiungere tali obiettivi, creando anche una valorizzazione culturale delle professioni legate al mondo della terra e di chi si prende cura di lei”.
Così Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, in occasione della firma del protocollo d’intesa che ha sottoscritto alla sede centrale CREA di via della Navicella a Roma, con il Presidente CREA, Prof. Andrea Rocchi, insieme all’assessore regionale all’Agricoltura Giancarlo Righini.
Oggetto dell’accordo è favorire una stretta sinergia per avviare attività comuni di studio e ricerca in campo tecnico-scientifico a supporto dei territori rurali laziali e delle filiere agroalimentari , come ad esempio quella del Kiwi (la regione è il primo produttore nazionale) – per cui si sta lavorando ad un DSS e si sta indagando sulla moria del kiwi – e quella del vino per cui si punta sulla biodiversità, con il recupero dei vitigni autoctoni e l’introduzione di quelli resistenti, nonchè sulla viticoltura sostenibile e di precisione.
“Nel Lazio – ha spiegato Andrea Rocchi, presidente CREA – sono presenti le sedi di 9 su 12 dei nostri Centri. Trasferire questo capitale di conoscenze a chi lo dovrà davvero utilizzare, collaborare con la Regione per far crescere il territorio, supportando le imprese e accompagnando lo sviluppo sostenibile ed integrato delle aree rurali, è la scommessa che con grande convinzione portiamo avanti con Regione Lazio”.
Le azioni programmatiche il CREA e la Regione Lazio realizzeranno tale collaborazione in ambiti disciplinari specifici, che saranno definiti mediante convenzioni operative, una volta sentiti i propri Centri e Strutture interessati. Sarà data la massima diffusione di tutte le iniziative mediante convegni, seminari, tavoli tecnici, divulgando i dati tecnico-scientifici anche con pubblicazioni e tramite la comunicazione digitale. La progettazione e la realizzazione delle attività oggetto dell’Accordo vedranno la partecipazione attiva sia del mondo imprenditoriale agricolo sia degli stakeholders del settore.
Verrà istituito un comitato di indirizzo strategico, composto da 2 membri per il CREA e 2 per la Regione Lazio, che avrà il compito di stabilire i temi programmatici della collaborazione e i progetti congiunti – coinvolgendo altri soggetti pubblici o privati potenzialmente interessati, anche al fine di ottenere eventuali contributi economici – e di monitorare e di implementare le azioni programmatiche oggetto della collaborazione.
La relazione sullo stato di attuazione e il rapporto operativo L’Accordo avrà una durata quadriennale, rinnovabile previa intesa tra le parti. Al termine di ogni anno, Il comitato di indirizzo strategico predisporrà una relazione conoscitiva sullo stato di attuazione del protocollo d’intesa e, per ciascuna azione programmatica, un rapporto che istruirà le fasi di sviluppo, le procedure attuative, i tempi e i costi di esecuzione di ogni fase e individuerà le fonti di finanziamento, i soggetti interessati e i criteri e le procedure che regoleranno gli impegni reciproci.
“Voglio ringraziare il presidente Rocchi per questa opportunità- ha affermato l’Assessore regionale all’Agricoltura Giancarlo Righini, nel suo intervento che ha concluso la cerimonia della firma – In questo protocollo di intesa otteniamo importanti informazioni in tema di ricerca e innovazione in agricoltura, che sono due temi decisivi per una regione come la nostra che ha l’obiettivo di investire molto nel campo, soprattutto della sostenibilità, avendo già raggiunto importanti risultati e obiettivi in termini di coltivazione biologica. Quindi garantire anche quel ciclo e il percorso virtuoso del one health che porterà ad avere coltivazioni di grande qualità per una corretta nutrizione, che significa anche migliori condizioni di salute”.