ROMA – Il Giro d’Italia 2025 scende in strada con un messaggio che unisce sport, cultura e identità nazionale. Sulle maglie dei leader di classifica della 108ª edizione compare da quest’anno il logo “Io Amo la Cucina Italiana”, a sostegno della candidatura della Cucina Italiana a patrimonio immateriale UNESCO.
L’iniziativa è stata presentata oggi al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida, del presidente di RCS Urbano Cairo, del Capo di Gabinetto del Masaf Raffaele Borriello, dell’AD di RCS Sport Paolo Bellino e del direttore della Gazzetta dello Sport Stefano Barigelli.
Giro d’Italia e Cucina Italiana: un binomio d’eccellenza
La corsa ciclistica più seguita al mondo – trasmessa in oltre 200 Paesi e seguita da 700 milioni di spettatori – diventa ambasciatrice della nostra cultura alimentare. Il logo “Io Amo la Cucina Italiana” sarà presente non solo sulla Maglia Rosa, ma anche su:
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Maglia Bianca (miglior giovane),
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Maglia Ciclamino (classifica a punti),
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Maglia Azzurra (Gran Premio della Montagna).
“Il Giro è il miglior veicolo per raccontare l’Italia – ha dichiarato Urbano Cairo – e con esso possiamo promuovere al mondo intero le nostre tradizioni, il nostro Made in Italy e il buon cibo italiano”.
La candidatura UNESCO in corsa fino a dicembre
A dicembre 2025, in India, l’UNESCO voterà il riconoscimento della Cucina Italiana come patrimonio immateriale dell’umanità. La collaborazione con il Giro d’Italia offre un’occasione unica per diffondere questo messaggio a livello globale.
“È l’incontro tra due eccellenze italiane – ha commentato il Ministro Lollobrigida –. La nostra cucina racconta convivialità, benessere, qualità e legame col territorio. Portarla lungo il percorso del Giro significa far conoscere al mondo intero il cuore della nostra identità culturale”.
Con il supporto del Masaf, ogni tappa diventerà occasione per valorizzare la tradizione agroalimentare italiana, fondata sulla sostenibilità, la trasformazione sapiente delle materie prime e la sovranità alimentare. Un percorso che punta dritto all’UNESCO, tappa dopo tappa.