BARI – Restano invariate le quotazioni di grano duro alla Borsa Merci di Bari, con il Fino che si attesta a 310-315 euro per tonnellata.
Anche il grano duro biologico si conferma stabile, con il prezzo del Fino che si attesta a 405-410 euro/t, (rispetto alla rilevazione precedente). Non sono stati quotati né il Buono Mercantile né il Mercantile.
Per quanto riguarda gli altri cereali, il grano tenero di produzione nazionale, per esempio, ha visto una riduzione dei suoi valori. Il grano tenero Speciale n. 1 è in calo di 2 euro per tonnellata, passando a 314-324 euro/t, mentre il Fino rimane invariato, con quotazioni che si aggirano tra i 277 e i 282 euro/t. D’altra parte, il grano tenero d’importazione ha subito delle flessioni più significative, con il grano comunitario francese (proteine 11%) che perde 2 euro, arrivando a 246-248 euro/t, mentre l’extracomunitario ucraino (proteine 11,50%) resta invariato a 235-238 euro/t.
Anche le quotazioni per il grano tenero d’importazione nazionalizzato, rinfusa franco porto a parte che perde in calo di 2, non hanno registrato cambiamenti significativi.
Per quanto riguarda il granturco, non si sono registrate variazioni significative: le quotazioni per il granturco nazionale e d’importazione, rinfusa nazionalizzata a Bari, rimangono invariate, con il prezzo del granturco comunitario ed extracomunitario fissato tra i 241 e i 243 euro/t.
Anche il mercato dell’orzo non ha subito grossi cambiamenti, con il prezzo per l’orzo di produzione nazionale rinfusa Bari e prov. fissato tra i 245 e i 250 euro/t. Nessuna quotazione invece per l’orzo d’importazione nazionalizzato ha visto le quotazioni mantenute a 285-290 euro/t.
I cruscami di grano duro e tenero hanno registrato un andamento misto. La crusca larga di tenero/cruschello di tenero in sacco di carta ha mantenuto i medesimi valori, con quotazioni che restano a 201-211 euro/t, stessa cosa vale il tritello di duro stabile a 131-133 euro/t. I farinacci di duro rinfusa e in sacco di carta sono crescono (+3), con prezzi rispettivamente di 158-162 euro/t e 192-193 euro/t, mentre i farinacci di tenero in sacco di carta hanno registrato un (+5) arrivando a 214-215 euro/t.
Nel settore delle semole è rimasto tutto invariato con quotazioni che si sono fissate tra i 490 e i 510 euro/t, stesso discorso per la semola rinfusa ceneri 82/84 (proteine minimo 13,50%) stabile a 505-513 euro/t. Invariata anche la semola rinfusa ceneri 88/90 (proteine minimo 11%), ferma tra i 465 e i 475 euro/t.
Nel settore delle leguminose, le lenticchie di produzione nazionale rinfusa franco partenza non risultano quotate, mentre, resta invariato tutto il resto: i fagioli, tra cui i Cannellini (1.570-1.620 euro/t), i Tondini (1.300-1.350 euro/t) e i Borlotti (1.650-1.700 euro/t). Stabilii anche I ceci, a 1.400-1.450 euro/t, mentre il calibro 8 mm (29-30) a 1.250-1.300 euro/t.
Stabile anche il mercato delle fave, con le fave di produzione nazionale, destinate all’uso alimentare, non quotate. Le fave provenienti dall’Egitto sono rimaste invariate.
Infine, per quanto riguarda l’agricoltura biologica, il grano duro di produzione nazionale rinfusa franco partenza ha visto un sostanziale equilibrio rispetto all’ultimo indice, con il Fino a 405-410 euro/t, identico rispetto alla settimana precedente. L’orzo di produzione nazionale rinfusa franco partenza non quotato.
RISI
Per quanto riguarda i risi, le quotazioni sono rimaste stabili. Il Fino Ribe si è mantenuto tra i 1.170 e i 1.220 euro/t, così come il Superfino Arborio (2.110-2.160 euro/t) e il Fino Parboiled Ribe (1.270-1.320 euro/t). Il Fino Parboiled Roma ha visto le sue quotazioni mantenersi tra i 1.660 e i 1.710 euro/t.