BOLOGNA – Da Bologna Federico Ponti direttore di METozone, società operante nel settore dell’innovazione e in particolare costruttrice di generatori di ozono per l’agricoltura ed il settore agroalimentare, afferma che la ricerca e la sperimentazione pubblica è stata principalmente impegnata a favore della difesa integrata e dell’impiego di prodotti chimici per la difesa delle colture tralasciando l’ozono che potrebbe dimostrarsi scientificamente un valido strumento per la salvaguardia del reddito dei coltivatori, dei consumatori e dell’ambiente.
Il Centro ricerche di METozone, coordinato dalla dott.ssa Francesca Ponti, è disponibile ad avviare collaborazioni di ricerca e sviluppo per l’impiego dell’ozono in agricoltura. L’ozono infatti si applica direttamente in campo con una apposita macchina che nel contempo lo produce. Le difficoltà che sta percorrendo infatti il nostro Centro ricerche stanno nella messa a punto di una macchina idonea per le principale colture come la vite, le frutticole e le colture estensive.
L’ozono in acqua può essere applicato in campo e sanitizzare il raccolto immediatamente prima di essere vinificato, conservato o portato fresco sul mercato. L’ozono, infatti, non ha controindicazioni in termini di residualità di prodotto.
In particolare potrebbe trovare largo impiego sulle cosiddette colture minori, ovvero quelle coltivazioni che non hanno superfici importanti in Italia e che sono da anni povere di mezzi tecnici per difenderne la loro produzione.
Con il progetto Oxir sono stati realizzati circa 40 test con Centri di Saggio accreditati in test qualitativi di prove efficacia che hanno dato una indicazione primordiale della efficacia dell’ozono contro le principali patologie delle colture mediterranee come la vite, colture orticole e piccoli frutti, come esposto sul sito www.oxir.eu
Inoltre in altri progetti di ricerca l’ozono è stato testato in celle di frigoconservazione di agrumi e di kiwi e frutta verdura con ottimi risultati nel controllo delle principali patologie di frigoconservazione.
L’Europa con il progetto Oxir ha tuttavia sdoganato l’impiego dell’ozono in agricoltura a livello europeo. L’Italia è ultima delle regioni europee che non ha ancora legiferato su ozono, mentre in tutti gli altri stati membri gli agricoltori possono fare uso normale dell’ozono in agricoltura.
Il Centro ricerche di METozone, credendo nei risultati ottenuti, lavora costantemente con questa tecnologia per realizzare mecchine ozonanti sempre più performanti e accessibili per gli operatori.
Questo lavoro ha portato allo sviluppo di pratiche volte a valorizzare i prodotti chimici rimasti per la difesa delle colture.
Una denuncia forte, quella esposta da Federico Ponti, Presidente di Met che sottolinea come nella maggior parte delle aziende agricole la consulenza agronomica non consideri pienamente modalità integrative ai fitofarmaci.
“Qui non si parla di prodotto ma di tecnologia – rincara Ponti – dimostrando i suoi effetti positivi e sempre biostimolanti su ogni tipo di coltura, come ampiamente testato è l’ozono, in quanto esente da residui, rispettoso sia della coltura che del suolo, così come dell’operatore che l’impiega”.
L’ozono impiegato in strategia con altri prodotti sta fornendo ottimi risultati, senza demonizzare l’impiego di prodotti chimici, preferibilmente biocompatibili, ma a reale necessità, permettendo così il proseguimento delle condizioni di poter continuare a coltivare molti prodotti che diversamente, con le restrizioni che saranno attuate, non sarebbero più coltivabili.
Questo l’invito al cambiamento del CEO di MET, l’impiego della tecnologia dell’ozono in agricoltura va considerato e questa è in grado di proteggere i prodotti dal campo fino al banco della rivendita, attraverso applicazioni in campo, in post raccolta sulle linee di lavorazione, in frigoconservazione, abbattendo le patologie che portano a marcescenza e prolungando la shelf life dei prodotti, garantendo al consumatore prodotti più salubri.