Selvicoltura pistoiese a rischio paralisi, l’appello della Cia Toscana

"Se la Regione Toscana non interverrà rapidamente, nelle aree protette della Provincia di Pistoia le normali attività di taglio del bosco rischieranno di fermarsi per un anno in base alle norme nazionali sulla valutazione di incidenza ambientale che attendono, per le attività agro-forestali,il recepimento della Regione Toscana stessa. I boscaioli pistoiesi sono esasperati dai continui ostacoli alla loro attività da parte della burocrazia ambientale". A lanciare l’allarme è Sandro Orlandini, presidente della Cia di Pistoia.

La vicenda – "Il problema è che la Provincia di Pistoia ha deciso, applicando alla lettera la normativa nazionale, di negare le autorizzazioni al taglio subordinandole all’esito della procedura di valutazione di incidenza ambientale – prosegue Orlandini – per cui le imprese forestali rischiano di non poter tagliare fino al prossimo autunno, saltando un’intera stagione silvana. Abbiamo chiesto alla provincia di Pistoia di rivedere questa decisione, a nostro avviso eccessiva e sbagliata. Nel contempo abbiamo scritto alla Regione Toscana, rivolgendoci agli assessori all’agricoltura e all’ambiente, per sottolineare la gravità della situazione, facendo loro appello affinché intervengano per risolvere immediatamente il problema".

Costi aggiuntivi – "Non è pensabile – aggiunge Nadia Bartoli, Presidente della associazione boscaioli pistoiese – che si impongano costi aggiuntivi rilevanti e tempi biblici di autorizzazione per lo svolgimento di un’attività che è da tutti riconosciuta come essenziale per la tutela dell’ambiente. Questo non solo è il modo migliore per determinare l’abbandono della montagna, ma anche per far chiudere le imprese boschive senza che nessuno riconosca loro nemmeno la cassa integrazione. Ci chiediamo – conclude Bartoli – se questa ‘valutazione di incidenza’ semplice e di buon senso sia stata fatta dalla Regione Toscana e dai troppi teorici di un astratto ambientalismo che non ha nulla a che fare con la tutela vera del territorio".

Le soluzioni – Secondo la Cia Toscana ci sono tutte le condizioni per risolvere il problema in pochi giorni. "La Regione Toscana – spiega Marco Failoni – ha realizzato tramite l’ARSIA uno studio per individuare per ciascuna area protetta, quali interventi vadano sottoposti a valutazione di incidenza in quanto potenzialmente impattanti. Mentre le normali pratiche agricole e forestali, regolate da leggi e norme ambientali precise, non devono essere sottoposte ad autorizzazione. Tutto è definito e pronto; chiediamo alla Regione Toscana di approvare subito la nuova disciplina per porre fine a questa situazione. A rischio sono soprattutto le attività boschive, ma anche alcuni interventi delle aziende agricole in aree protette. Non si può – conclude Failoni – da una parte investire risorse, promuovere interventi e progetti per il rilancio del settore agricolo e forestale e dall’altra mettere continuamente i bastoni tra le ruote alle attività aziendali, ponendo ogni giorno nuovi vincoli ed adempimenti a carico delle imprese".

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