BERGAMO – “Il nuovo quadro offerto dall’Ismea intorno all’imprenditorialità giovanile in agricoltura rappresenta un apporto rilevante al fine di una migliore comprensione delle dinamiche di insediamento delle nuove leve in agricoltura, considerando peraltro la particolare situazione di crisi che il settore sta vivendo a livello nazionale e internazionale”: lo afferma il presidente bergamasco e lombardo di Confai, Leonardo Bolis, commentando la pubblicazione di un nuovo rapporto curato dall’Istituto di servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare in collaborazione con la Rete Rurale Nazionale (RRN).
Per quanto riguarda la Lombardia, considerando la media 2017-2021, le aziende agricole condotte da giovani fino a 40 anni sono pari al 7,6% del totale. Il dato è esattamente in linea con il trend che si riscontra a livello nazionale. Il totale dei giovani lombardi occupati in agricoltura è pari al 29% del totale dell’occupazione agricola.
“Come più volte ribadito anche dalle istituzioni europee in vista dell’inizio della nuova politica agricola comune – sottolinea il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo –, le nuove generazioni sono chiamate ad offrire un contributo rilevante nel quadro di un’auspicabile ripresa del settore primario che ponga al primo posto un progetto di agricoltura sostenibile”.
In provincia di Bergamo i dati riguardanti il quinquennio 2015-2020 mostrano che i nuovi insediamenti di giovani in agricoltura sono stati oltre un quinto del totale regionale: un dato che fa ben sperare e che mostra un certo dinamismo dell’imprenditoria giovanile locale.Tuttavia – fanno notare i dirigenti di Confai – resta ancora irrisolta in termini generali la questione dell’accesso ai fondi regionali ed europei da parte di giovani desiderosi di condurre un’impresa nel comparto del contoterzismo agrario. “A questo proposito – conclude Cattaneo – sarà fondamentale rilevare il prossimo orientamento delle istituzioni a livello regionale e nazionale riguardo all’applicazione della nuova Pac con la speranza che si possa finalmente dare corso ad una legittima richiesta dei nuovi aspiranti imprenditori agromeccanici”.