ROMA – In base a quanto riporta il sito del Ministero dell’agricoltura dell’Ucraina, la Russia avrebbe inviato alla Siria un grande quantitativo di grano dal porto di Sebastopoli, in Crimea utilizzando una flotta estranea al circuito marittimo tradizionale, comprese tre navi siriane soggette a sanzioni imposte da Washington nel 2015, dopo il loro ruolo svolto nel conflitto in Siria.
Sarebbero poco più di 500 mila – si legge nella nota Reuters redatta sulla base dei dati di spedizione di Refinitiv – le tonnellate di grano spedite dalla Crimea alla volta della Siria. Un quantitativo maggiore di 17 volte, rispetto alle 28.200 tonnellate dell’intero 2021, che coprono un terzo dell’intero fabbisogno del Paese.
L’accusa che l’Ucraina muove alla Russia è che gran parte o tutto il carico sia costituito dal grano prelevato abusivamente dai territori ucraini dopo l’invasione russa. A sostenere tale accusa, che è stata categoricamente smentita a maggio, dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, ci sarebbero sia le testimonianze dei proprietari di campi e silos nei territori occupati sia i dati satellitari sui movimenti di camion verso i porti e il tracciamento delle navi. Anche l’ambasciata ucraina a Beirut, che ha monitorato le spedizioni in arrivo in Siria, stima che 500.000 tonnellate di quello che chiama grano ucraino saccheggiato siano arrivate in Siria dopo l’invasione, spedite da diversi porti.
Reuters chiarisce tuttavia di non aver potuto verificare in modo indipendente l’origine del grano spedito dalla Crimea o se gli agricoltori e i commercianti che lo hanno gestito fossero pagati.