FIRENZE – Montalbano e Chianti: sono loro i neonati distretti biologici che vanno ad arricchire il patrimonio toscano dei distretti, realtà dedicate alla coltivazione, all’allevamento, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari ottenuti con metodo biologico.
I due nuovi arrivati sono stati presentati oggi nell’ambito di una conferenza stampa che si è rivelata una vera festa del biologico, la prima occasione in cui tutti e 5 i biodistretti esistenti in Toscana riconosciuti con legge (la 51 del 2019) dalla Regione Toscana, si sono riuniti e ritrovati.
Montalbano e Chianti vanno ad aggiungersi infatti al distretto biologico di Fiesole, il primo nato il 27 luglio 2021, al distretto biologico della Val di Cecina riconosciuto il 13 luglio 2022 e al distretto biologico di Calenzano riconosciuto il 15 settembre 2022.
Il prossimo 9 marzo si terrà proprio nel Montalbano il primo tavolo dei distretti, organismo che la legge impone di istituire annualmente, e sarà quella l’occasione per scambiare esperienze, confrontarsi su eventuali problemi e condividere prospettive.
I due nuovi arrivati
Distretto biologico di Montalbano
Riconosciuto il 23 dicembre 2022, il distretto nasce dall’esperienza maturata dall’associazione del Biodistretto del Montalbano, che sin dal 2016 opera sul territorio per valorizzare l’attività agricola locale, tutelare l’ambiente e mettere in atto iniziative per la valorizzazione dei cicli vitali della natura, per la riproducibilità delle risorse territoriali, nonché per favorire metodi di coltivazione compatibili con i principi dell’agricoltura biologica, biodinamica e coi cicli della natura.
Il territorio del distretto, corrisponde al confine amministrativo dei Comuni di Capraia e Limite, Carmignano, Lamporecchio, Poggio a Caiano e Vinci, con una superficie agricola utilizzabile di 4.876 ettari complessivi, di cui il 38% condotti con il metodo dell’agricoltura biologica (con 157 aziende afferenti a tale conduzione). Le aziende biologiche hanno aderito per il tramite dell’associazione del biodistretto del Montalbano, che conta 59 aziende aderenti.
Distretto biologico del Chianti
Riconosciuto il 31 gennaio 2023, pur essendo un soggetto nuovo e diverso rispetto al distretto rurale del Chianti riconosciuto nel 2018, il distretto biologico lavorerà con questo in modo sinergico per diventare un laboratorio per la progettazione, la sperimentazione e l’attuazione di nuove pratiche per l’agricoltura biologica e per promuovere un modello di sviluppo inclusivo e al passo con la transizione ecologica e con l’approccio agroecologico.
Il territorio del distretto biologico insiste su 7 comuni, ovvero di Barberino Tavarnelle, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e San Casciano Val di Pesa, e trova il suo elemento caratterizzante nella zona di produzione del Chianti classico, con una SAU biologica del 43%.
Le aziende biologiche hanno aderito per il tramite dell’associazione del biodistretto del Chianti che conta 62 aziende agricole biologiche aderenti.
I tre già istituiti
Il distretto biologico della Val di Cecina nasce come strumento complementare al Distretto Rurale già riconosciuto il 4 dicembre 2019 si estende su 12 comuni: Bibbona, Casale M., Castelnuovo VdC, Cecina, Guardistallo, Lajatico, Montecatini VdC, Montescudaio, Monteverdi M., Pomarance, Riparbella, Volterra. Hanno aderito 10 aziende tramite il Coordinamento Toscano Produttori Biologici.
Il distretto biologico di Calenzano insiste sul solo comune di Calenzano, che ha una SAU biologica del 36%. Sono 10 le aziende biologiche che hanno aderito al distretto .
Il distretto biologico di Fiesole, nato inizialmente come distretto rurale ad alta vocazione biologica e poi trasformato in distretto biologico insiste sul solo comune di Fiesole, ed ha una SAU biologica del 68%. Al distretto hanno aderito le aziende biologiche del territorio che sono circa 18.
Tre sono i vincoli che la Regione Toscana ha posto per istituire un distretto:
– presenza di una superficie condotta con metodo biologico pari almeno al trenta per cento rispetto alla superficie agricola utilizzata.
– l’adesione di almeno 3 imprenditori agricoli biologici iscritti nell’elenco pubblico degli operatori dell’agricoltura e dell’acquacoltura biologiche che operano sul territorio del distretto o, se presente sul territorio, un’associazione in cui siano presenti almeno tre imprenditori agricoli biologici iscritti;
– l’adesione di un terzo dei comuni del territorio del distretto, che si devono impegnare ad adottare politiche di tutela dell’uso del suolo, di riduzione della produzione di rifiuti, di difesa dell’ambiente e di promozione delle produzioni biologiche e di difesa e sviluppo dell’agrobiodiversità.