ROMA – “Avevamo chiesto da tempo una revisione del decreto flussi, con una programmazione affidabile degli stagionali necessari, con un iter burocratico snello per consentire l’avviamento al lavoro in tempi ragionevoli.
Esprimiamo apprezzamento al Governo per le novità apportate, in particolare per quanto riguarda la visione prospettica che ci permetterà di programmare, in un arco temporale triennale, le nostre necessità di manodopera stagionale”.
Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta il nuovo decreto sui flussi 2023 varato oggi dal consiglio dei Ministri riunito a Cutro, che dovrebbe consentire un aumento delle quote ed una semplificazione nelle procedure.
“Le 44.000 quote ammesse nel DPCM 2022 destinate al settore sono, infatti, molto inferiori rispetto al fabbisogno di almeno 100.000 lavoratori per la stagione primaverile/estiva. Allargare le maglie della nostra capacità di accoglienza – continua Giansanti – è particolarmente importante per il nostro settore, dove gli stagionali sono una forza lavoro necessaria e si continua a registrare forte difficoltà nel reperimento di manodopera disponibile e qualificata”.
Confagricoltura ricorda il click day del prossimo 27 marzo, a valere sulle quote 2022, per il quale è forte l’interesse delle imprese agricole, che proprio in questi giorni stanno predisponendo le richieste.
I lavoratori stranieri in agricoltura hanno un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi (circa il 40% del totale). La crescita è stata molto elevata soprattutto per i lavoratori stranieri non comunitari che, secondo i dati EBAN, sono la maggioranza fra gli stranieri (67%). Tra i Paesi, sottolinea la Confederazione, predomina la provenienza africana, in particolare dai paesi del Nord (Marocco e Tunisia) e dell’Ovest del continente (Senegal, Nigeria e Mali), cui si affiancano quote rilevanti di lavoratori dell’Est Europa non comunitari (Albania e Macedonia) e asiatici (India e Pakistan).