Il patrimonio agroalimentare dei prodotti italiani si arricchisce di due nuove Dop: il Miele delle Dolomiti Bellunesi e i Fagioli Bianchi di Rotonda. I regolamenti di iscrizione nel registro delle denominazioni d’origine protette e delle indicazioni geografiche protette sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Il miele – Il Miele delle Dolomiti Bellunesi Dop è prodotto nell’intero territorio della provincia di Belluno, tutto situato in zona montana, a partire dal nettare dei fiori del territorio montano bellunese, dall’ecotipo locale di “Apis mellifera”. A seconda dell’origine floreale si distinguono sei tipologie di Miele delle Dolomiti Bellunesi: millefiori, acacia, tiglio, castagno, rododentro, tarassaco. La Dop si contraddistingue per la purezza, la salubrità e l’elevata conservabilità.
La storia del prodotto – L’attività apistica è sempre stata diffusa nella montagna bellunese anche in tempi molto lontani quando con l’uso dei bugni rustici la raccolta del miele richiedeva una grande capacità da parte dei produttori per evitare di distruggere intere colonie di api. Ancora oggi nella montagna bellunese, l’attività apistica è condotta in modo artigianale e richiede ai produttori specifiche capacità per il posizionamento e la conduzione delle arnie, per la salvaguardia e lo sviluppo delle colonie, per il metodo di raccolta e per la scelta del periodo che permette di differenziare i mieli delle diverse specie floreali, nonché per gli accorgimenti per la sua conservazione.
Il miele (2) – Il Miele delle Dolomiti Bellunesi è fortemente legato al suo territorio, l’ambiente montano alpino, caratterizzato da basse temperature, elevata piovosità e terreni di origine dolomitica, che permettono lo sviluppo di una flora alpina ricca di piante arboree ed erbacee di elevato interesse apistico, rendendo il bellunese una zona adatta alla produzione di un miele pregiato, proveniente da specie vegetali presenti solo o prevalentemente nelle zone alpine montane.
I fagioli – I Fagioli Bianchi di Rotonda Dop sono prodotti nel territorio della Regione Basilicata delimitato dal comprensorio irriguo del versante lucano della Valle del Mercure, comprendente i comuni di Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore situati in provincia di Potenza. Si ottengono con gli ecotipi Fagiolo Bianco e Tondino o Poverello Bianco riconducibili alla specie Phaseolus Vulgaris.
La storia del legume – Come baccello ceroso si presenta di colore bianco tendente al giallo chiaro o all’avorio; il baccello ceroso di aspetto fresco, sano e turgido, pulito, praticamente esente da sostanze estranee visibili, privo di odore e/o sapori estranei, privo di umidità esterna. Come granella secca i Fagioli Bianchi di Rotonda si caratterizzano per l’assenza di venature, per il colore bianco, per la media brillantezza, per la forma cubica o tonda. La specificità del prodotto viene assegnata dall’elevato contenuto proteico della granella, dal tegumento molto sottile nonché dall’aspetto dei baccelli che si presentano completamente bianchi, con semi di dimensioni maggiori, di forma caratteristica tonda/ovale e senza screziature.
I valori dei fagioli – Ed è proprio l’elevato tenore in proteine che ha fatto sì che storicamente nell’area geografica di produzione, i fagioli venissero usati con particolare frequenza, tanto da essere indicati come la “carne dei poveri” proprio perché nell’alimentazione quotidiana apportavano proteine vegetali a basso costo.
I fagioli (2) – I Fagioli Bianchi di Rotonda rappresentano in questa area del Pollino una fondamentale espressione della storia e della gastronomia locale.
Famosa la “Sagra del Fagiolo Bianco di Rotonda” giunta alla 20° edizione che continua a richiamare migliaia di persone a Rotonda nel Parco Nazionale del Pollino e che meglio testimonia il forte legame che esiste tra questo prodotto e il territorio in cui è coltivato.