La filiera dell’olio extravergine di oliva “Vulture”, l’unica Dop lucana (in protezione nazionale transitoria dal 2005), cresce sia in quantità che in qualità: nel 2009 si contavano 22 operatori (17 olivicoltori, 2 frantoi e 3 confezionatori), oggi ce ne sono ben 28 (20 olivicoltori, 4 frantoi e 4 confezionatori). Trend positivi anche per i quantitativi di olio ottenuti: 155.000 chili, contro i 135.000 dell’annata precedente. Anche sotto l’aspetto qualitativo i progressi sono costanti e addirittura sorprendenti, come conferma Angela Carlucci del Panel Ogea: “La qualità di questa annata è ottima; i parametri sensoriali parlano di oli con bassa acidità e un fruttato intenso. Sono inoltre molto equilibrati; ciò significa che l’amaro e il piccante sono in grande equilibrio con il fruttato, e di questo beneficia l’aroma”.
In attesa della Dop – Gli ottimi auspici della campagna oleicola 2010 hanno trovato conferma nelle recenti dichiarazioni di Paolo De Castro, il Presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo, che ha annunciato un incontro a Bruxelles – previsto per la prossima settimana – che permetterà di avviare le procedure per la pubblicazione del disciplinare sulla Gazzetta ufficiale europea, concludendo positivamente l’iter per la Dop.
Il commento – “L’ottenimento del marchio europeo e una costante crescita quali-quantitativa sono le migliori basi per una politica di valorizzazione che potrà portare la Dop Vulture sui mercati con un grande segno di distintività – spiega il presidente della Camera di Commercio di Potenza, Pasquale Lamorte -. Il nostro Ente camerale, che attraverso il braccio operativo dell’azienda speciale Forim opera nella fase del controllo per assicurare il rispetto degli standard previsti dal disciplinare, ha contribuito alla crescita complessiva, fornendo un’assistenza costante e qualificata agli operatori della filiera. Ora bisognerà insistere molto sul piano della promozione degli oli locali di qualità e della Dop Vulture in particolare. Promuoverne la conoscenza, le peculiarità e le qualità organolettiche significherà, indirettamente, valorizzare la storia locale e la cultura di un intero territorio che sull’agricoltura sta investendo per il proprio futuro. Dal punto di vista commerciale, infine, ci sono tutte le premesse per rispondere alle esigenze dei consumatori più esigenti, più accorti e attenti alla qualità delle offerte, nonché disponibili ad acquisire e valutare le informazioni sulla tradizione e sull’innovazione che esiste dietro un prodotto di questa fascia”.