TIRANA – Dal sostegno alla modernizzazione del sistema di assistenza agricola alla formazione di nuove generazioni di agricoltori e per lo sviluppo delle aree rurali marginalizzate, puntando su settori chiave come l’olivicoltura e la pesca. Questi alcuni degli asset strategici, in ottica agricola ed europea, del partenariato Italia-Albania secondo Cia-Agricoltori Italiani, tra le organizzazioni di settore protagoniste della missione, in corso a Tirana, del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, e del viceministro alla cooperazione internazionale, Edmondo Rossi.
Nella terra delle aquile, con Masaf e Maeci per la firma del memorandum Italia-Albania sui temi dell’agroalimentare, Cia è tornata a confermare il suo impegno per lo sviluppo delle comunità e dei territori albanesi, soprattutto nelle zone remote del Nord, dove da qualche anno già opera, in partnership con la ong RTM Volontari nel Mondo, attraverso progetti di cooperazione finanziati dall’Unione europea e da AICS, rispettivamente per “Rural Albanian Youth-RuralYOU” e “RURALBANIA”.
I giovani, in particolare, al centro degli interventi di Cia e motore di quella sinergia tra i due Paesi, più volte richiamata dal ministro Lollobrigida nell’incontro con l’omologa albanese Frida Krifca.
Punto di volta, per Cia, rafforzare gli interventi sul piano della consulenza e della condivisione di know-how tecnico, affinché le associazioni agricole albanesi possano strutturarsi come centri di assistenza agricola e supportare lo sviluppo del settore alla luce della nuova Pac e della transizione green e digitale europea. In gioco, il potenziale importante di un Paese con oltre il 40% della superficie vocata all’agricoltura, tra i più importanti settori economici locali, che fa il 23% del Pil nazionale ed è fonte di reddito per la maggior parte della popolazione.
L’Italia agricola di Cia guarda, dunque, all’Albania dei negoziati per l’adesione all’Unione europea che avrà bisogno, da subito, di un supporto concreto e competente per preparare le sue circa 350 mila aziende, di cui l’86% di piccoli produttori, anche in materia di sicurezza alimentare e norme agroalimentari, per l’acceso nei mercati Ue dei prodotti albanesi.
L’olivicoltura e la pesca tra i settori di maggior contatto tra i due Paesi, con Cia pronta a fare la sua parte, in particolare anche con PescAgri, la sua associazione per la promozione della pesca e dell’acquacoltura, nell’ambito di progetti di valorizzazione della blue economy in Albania.
“Crediamo fermamente nel valore del memorandum Italia-Albania sottoscritto oggi a Tirana. Poggia su fondamenta solide che Cia ha potuto già constatare in svariate occasioni di confronto tra i suoi tecnici con associazioni e imprenditori agricoli albanesi -dichiara il presidente nazionale Cristiano Fini-. Perché l’Albania agganci la transizione green e costruisca insieme agli altri Paesi un’Europa più sostenibile e competitiva, serve un lavoro costante e mirato che apra ai nostri colleghi albanesi le porte dei nostri uffici e delle nostre aziende. Uno scambio che consenta all’Albania di essere, in modo proficuo, sempre più agricoltura ed europea”.
Per Cia, tra la delegazione italiana a Tirana, c’erano Stefano Francia, presidente Associazione Agricoltura è Vita-Cia e Cristina Chirico, responsabile Ufficio internazionale Cia.