MILANO – Ogni anno a Pasqua, gli italiani, da nord a sud, hanno nel loro menu di festa i salumi.
Il motivo di tutto ciò è radicato in una antica consuetudine della cultura gastronomica di tutta la penisola che risale al Medioevo e legata alla macellazione del maiale. Questa, infatti, avveniva in genere dal giorno di Santa Lucia (13 dicembre) a quello di Sant’Antonio (17 gennaio) dove si ottenevano salami che avevano periodi di stagionatura diversi.
L’addio pre-quaresimale alla carne (il Carnevale) si celebrava con salsicce o fette di salame cotte nel vino bianco, e il giorno di Pasqua – dopo quaranta giorni – si poteva finalmente tornare a consumare tutti i salumi che, in primavera, avevano raggiunto il giusto grado di stagionatura. In particolare, il periodo tra la fine di marzo e la fine di aprile è quello perfetto per consumare il salame e la coppa (o capocollo), prodotti che necessitano di una stagionatura di tre o quattro mesi – a partire dalla macellazione invernale del maiale. Si va dall’immancabile salame corallina di Roma alla coppa-capocollo delle regioni del centro e del sud fino al salame cacciatore in Brianza.
“Quest’anno, visti gli aumenti di bollette e mutui che hanno compresso il reddito disponibile delle famiglie, la Pasqua sarà ‘più calibrata’. Ci sarà una crescita degli acquisti dei prodotti da ricorrenza rispetto alle settimane ‘normali’ ma le famiglie saranno più attente alle offerte e concentreranno probabilmente gli acquisti durante la settimana che precede la Pasqua. Nonostante la maggiore attenzione che dedicheranno alla spesa gli italiani non rinunceranno dunque ai cibi della tradizione. I margini delle aziende sono in sofferenza, e c’è forte bisogno di sostenere i consumi interni per contenere gli effetti degli aumenti generalizzati dei costi di produzione per le aziende. Un contributo importante ai consumi arriverà anche dal turismo che, stando ai dati relativi alle prenotazioni, dovrebbe registrare un importante incremento rispetto alla già buona performance del 2022 soprattutto nelle principali città italiane” ha affermato Davide Calderone Direttore di ASSICA.
Secondo i dati ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria) infatti per Pasqua si prevede un consumo di circa 10.000 tonnellate di salumi, tra salami, coppe e capocolli per un valore al consumo di circa 185 milioni di euro.
Sempre il maiale sarà il protagonista anche del Lunedì dell’Angelo, con la tradizionale gita fuoriporta. Gli appassionati del barbecue potranno sbizzarrirsi con una gustosa grigliata, cucinando costine, salsicce e braciole, tagli di carne apprezzatissimi per queste occasioni.