FIRENZE – L’aumento della sostenibilità in viticoltura sta diventando una emergenza a causa dell’incremento di questa coltivazione in molte condizioni ambientali diverse e degli effetti del cambiamento climatico. Il fabbisogno idrico della vite generalmente supera la piovosità media annua, rendendo l’acqua la risorsa più importante perla sostenibilità della viticoltura.
La recente missione dell’UE sul suolo e la prossima politica agricola comune sostengono il percorso dell’Europa verso azioni specifiche volte ad aumentare la salute del suolo e il sequestro di Carbonio pur mantenendo standard produttivi elevati. Per questo, è essenziale lo sviluppo di strategie ottimali in viticoltura che riducano l’assorbimento idrico senza deprimere la resa, ad esempio aumentando l’efficienza nell’uso dell’acqua, favorendo la resilienza e al contempo accrescendo lo stoccaggio del carbonio.
L’uso del biochar come ammendante del suolo è una pratica agronomica sostenibile ampiamente utilizzata al fine di migliorare la fertilità chimica, fisica e biologica del suolo, inclusa la capacità di ritenzione idrica, l’infiltrazione di acqua, e di agire come meccanismo a lungo termine di stoccaggio del carbonio. Il Convegno ha l’obiettivo di fare il punto dell’attuale situazione italiana sugli effetti del Biochar nel comparto vitivinicolo e dare prospettive future sul possibile utilizzo del biochar per l’ottenimento dei crediti di carbonio.
Interverrà al Convegno Johannes Lehmann, professore della Cornell University, Co-fondatore dell’IBI-International Biochar Iniziative e membro U.S. Department of Agriculture and Energy Biomass R&D committee, che fornirà un quadro a livello mondiale dell’utilizzo del biochar.
Durante il Convegno saranno presentati due progetti del PSR 2014-2022 della Regione Toscana SOTTOMISURA16.2.
Progetto “B-Wine: ll biochar per aumentare la sostenibilità e la resilienza della viticoltura” valuta l’ utilizzo del biochar per aumentare la fertilità del suolo e migliorare le produzioni, attraverso 3 azioni pilota su diverse realtà produttive della viticoltura toscana. Il progetto testa e valida tecnologie consolidate di telerilevamento da UAV per indagini sugli effetti del biochar, definendo protocolli rapidi, oggettivi e non distruttivi di monitoraggio su ampia scala, superando così i limiti dell’approccio tradizionale svolto da operatore a terra. Il progetto ha come area di studio il Chianti Classico, con 3 aziende agricole molto diverse in termini di dimensioni aziendali e area produttiva (Felsina,spa-Società Agricola, capofila, la Fattoria di Corzano e Paterno e Tenuta di Coltibuono.
Il CNR (IBE- Istituto per la Bio-Economia e IGG Istituto di Geoscienze e Georisorse) ne sono partner Scientifico, mentre il Bio Distretto del Chianti si occupa della divulgazione dei risultati
“CH4R:Ottimizzazionedellaproduzionedi biogas e biometano con biochar in azienda agricola per l’utilizzo circolare dei residui agricoli come ammendanti e fertilizzanti bio-based” prevede l’ottimizzazione del processo di digestione anaerobica tramite l’incorporazione di biochar, allo scopo di incrementare la produzione di biogas e biometano, ridurre le emissioni di composti azotati volatili ed allo stesso tempo ottenere un residuo altamente ricco di nutrienti. Il progetto inoltre testa in campo l’uso del biochar arricchito dal digestato come ammendante bio-based perla produzione di specie orticole per investigarne gli effetti su produttività e qualità delle colture, sul risparmio idrico e sulla fertilità chimica e fisica del suolo.
A seguire una tavola rotonda alla quale parteciperanno alcune realtà italiane che stanno attuando filiere biochar, legno, energia.
Per partecipare è necessaria la compilazione del seguente form: https://forms.gle/rP5bCz5ySm5iFzie7