Seregno (MB) – Il settore minerario è una delle industrie più importanti del mondo, tuttavia, l’impatto sull’ambiente, sulle persone e sulle comunità locali può essere significativo.
È evidente a tutti gli operatori che oggi questo settore deve puntare in modo definitivo ad obiettivi sostenibili, ad esempio adottando tecnologie più efficienti, macchinari meno inquinanti, ottimizzando i processi operativi, riducendo la quantità di rifiuti prodotti, valutando la riciclabilità di alcuni materiali, senza trascurare l’impatto e il significato che l’industria estrattiva ha storicamente nella vita di un territorio, di una comunità. Ma cosa significa mettere in pratica questo cambiamento? E, soprattutto, un’industria come quella mineraria, che si basa sull’estrazione di risorse limitate, potrà mai essere veramente sostenibile?
Questi i temi affrontanti in “Sustainability & ESG Environment”, il secondo episodio di Global Trends OTR, il format creato da BKT che fino a giugno ospiterà mensilmente esperti, operatori e giornalisti internazionali, che approfondiranno i temi di attualità del mercato OTR.
“Il cambiamento è un processo lungo e graduale e sono molte le imprese che hanno già definito obiettivi a zero emissioni per il 2030, 2040 e 2050” – racconta il primo tra gli intervistati, Craig Guthrie, capo redattore di Mining Magazine, che riferisce i temi più trattati dalla sua redazione.
“Una miniera non sarà improvvisamente elettrificata da un giorno all’altro, è un processo che si estende per decenni. La nostra grande sfida è l’aumento vertiginoso della domanda di metalli di transizione, come il litio e il rame. Dobbiamo trovare un equilibrio tra questa domanda e le crescenti pressioni per ridurre al minimo l’impatto dell’attività mineraria e massimizzarne la produttività. Ma per tutti gli spostamenti verso le energie rinnovabili – eolica, solare -, per ridurre l’uso di combustibili fossili, abbiamo bisogno di minerali. Il riciclo delle batterie soddisfa solo una piccolissima percentuale della domanda. Insomma, dobbiamo aiutare il mondo a passare dai combustibili fossili ai minerali. Dal punto di vista ESG, quello a cui stiamo assistendo è un fenomeno di digitalizzazione e automazione. L’obiettivo è quello di realizzare miniere completamente autonome, digitali, decarbonizzate e a basso impatto ambientale. Pensiamo, ad esempio, a una miniera in cui i robot, gestiti da un centro operativo remoto, svolgano il lavoro sotterraneo: ecco, questa è la miniera del futuro”.
Sarà quindi fondamentale ridurre le quantità di energia, di acqua e di emissioni inquinanti necessarie per la produzione mineraria, ma sarà altrettanto importante che le aziende si rendano sempre più responsabili nei confronti delle comunità che servono. Stiamo parlando del cosiddetto fattore S – la “S” di ESG (Environmental, Social and Governance) – che potrebbe includere l’impegno a fornire opportunità di lavoro ai residenti locali, l’investimento in infrastrutture locali e la creazione di programmi di formazione e di sviluppo per la comunità.
Craig Guthrie conclude il suo intervento sottolineando quanto le aziende dovranno essere più aperte circa i propri metodi di lavoro, così come sui rischi connessi alla produzione mineraria. In effetti, l’UE dispone di una legislazione che richiederà presto una maggiore trasparenza riguardante la catena di approvvigionamento. Uno dei problemi attuali è che l’opinione pubblica spesso accomuna l’attività estrattiva alle società di combustibili fossili, e questo dovrebbe essere un tema centrale della futura comunicazione nel comparto: “La differenza è che noi siamo qui per restare, mentre l’uso dei combustibili fossili è destinato a diminuire. Dobbiamo attrarre la forza lavoro più giovane e non essere visti come un’industria insostenibile che scava una buca nel terreno e ne estrae il materiale”.
Una corretta informazione è pertanto fondamentale, così come il percorso da intraprendere da chi adotta strategie di gestione sostenibile. In questa fase di cambiamento, sono nate diverse realtà che supportano le imprese nella trasformazione verso la sostenibilità. Global Trends OTR ha scelto di presentare una di queste, ovvero Miniviro, società di consulenza britannica che aiuta le aziende globali del settore delle materie prime a valutare, quantificare e mitigare i loro impatti.
Il suo fondatore e CEO, Robert Pell, è il secondo ospite della puntata. Nella sua intervista, racconta come la sua azienda fornisca piani di sostenibilità ai propri clienti, assicurandosi che i progetti siano sostenibili attraverso un’intera gamma di fattori di rischio e diverse categorie di impatto dal punto di vista ambientale.
“Il nostro approccio di analisi del ciclo di vita è olistico. Fondamentalmente, raccogliamo e abbiniamo tutti i dati relativi all’energia, al consumo e alle emissioni. Ad esempio, quando lavoriamo con un produttore di batterie o con un produttore di veicoli elettrici, poniamo sempre la domanda se l’elettrificazione sia migliore dei veicoli a combustione” – racconta Robert Pell.
“Ci concentriamo sulla quantificazione degli impatti ambientali della produzione di materie prime per l’economia a basse emissioni di carbonio, considerando l’intensità di CO2, e tenendo conto, ad esempio, delle diverse apparecchiature, dell’energia coinvolta nell’impianto di trasformazione e così via. Inoltre, aiutiamo le aziende anche a percorrere le loro roadmap di riduzione dell’impatto, aiutandole a identificare le leve che possono utilizzare per arrivare a destinazione”.
Il terzo ospite in studio è Fabio Novelli, Fondatore, Presidente e CEO di NTE Process, una società di consulenza tecnologica e di processo, che ha collaborato con BKT per l’implementazione di pratiche sostenibili nel loro sito produttivo a Bhuj, in India.
Sono stati fissati e implementati obiettivi di sostenibilità, come la riduzione di imballaggi, di CO2, dell’energia e degli impieghi di combustibili fossili. Inoltre, si è lavorato sul rinnovamento dei processi: invece di movimentare le materie prime all’interno dello stabilimento in sacconi in polipropilene, è stato implementato l’utilizzo di silos mobili riutilizzabili. NTE ha, infatti, sviluppato una nuova tecnologia brevettata per aiutare con la riduzione del consumo energetico.
“Abbiamo cercato ogni opportunità per ridurre non solo l’energia, ma anche gli sprechi energetici, e ci siamo posti l’obiettivo di una riduzione del 70%” – sottolinea Fabio Novelli. “La chiave per raggiungere questo obiettivo è stata una tecnologia chiamata Eco Dense-Tronic. Quando sarà completamente implementata a Bhuj, questa tecnologia consentirà di risparmiare oltre 2 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all’anno.
In generale, occorre sempre ricordare che dobbiamo essere sostenibili lungo tutta la filiera. Ciò significa che quando le aziende scelgono i propri fornitori, devono essere sicure che ci sia la stessa attenzione e lo stesso focus sulla sostenibilità”.
Per vedere l’intera puntata cliccate qui: https://www.bkt-network.com/otr-sustainability-esg