Loreo (RO) – L’Italia guarda a Israele non solo per un uso sempre più efficiente dell’acqua, con sistemi d’irrigazione all’avanguardia, ma anche per risolvere il problema dell’effetto sulle piante dell’eccessiva salinità dei suoli.
K-Adriatica, azienda specializzata nello sviluppo di fertilizzanti e soluzioni per la nutrizione delle piante, ha sviluppato nel proprio centro di ricerca di Loreo soluzioni nutrizionali per gestire e ridurre gli effetti negativi che l’eccessiva salinità dei suoli ha sulle colture, attraverso sperimentazioni in campo in Israele. Grazie alla presenza di un ufficio di rappresentanza, K-Adriatica ha potuto condurre una larga sperimentazione nei suoli israeliani caratterizzati da una elevata salinità visti gli ampi territori desertici che vanno dal Mar Morto al Mar Rosso.
“La salinizzazione dei terreni è in costante aumento anche in Italia, complici le cattive pratiche agronomiche sia legate ad eccessive o errate concimazioni, per l’uso di acque non adatte all’irrigazione e soprattutto per il cambiamento climatico, con stagioni siccitose che favoriscono, tra l’altro, la risalita del cuneo salino nelle zone vicino al mare. Inoltre, a causa dell’inversione della distribuzione delle piogge sul territorio italiano si sta verificando un significativo cambiamento della geografia dei problemi dell’agricoltura italiana. In particolare, gli agricoltori del Nord, storicamente non interessati da problemi legati ad eccessi di salinità nei suoli, si trovano a dover gestire gli effetti sulle colture della carenza di acqua del conseguente aumento del livello di salinità dei suoli”, precisa l’amministratore delegato di K-Adriatica Giovanni Toffoli.
La salinizzazione dei suoli si verifica quando una quantità eccessiva di elementi come sodio, calcio, potassio, magnesio e altri, si accumula nel terreno dopo l’evaporazione dell’acqua. Se parte del fenomeno è di origine naturale, sicuramente anche l’intervento umano concorre con la scorretta gestione del drenaggio dei suoli o l’irrigazione con acque ad eccessivo contenuto di sali.
Il risultato è da un lato la perdita di fertilità del terreno, e dall’altro lato, la ridotta la capacità delle colture di rifornirsi d’acqua e dei nutrienti in essa disciolti. Questo provoca squilibri nutrizionali che aprono la strada a fisiopatie che compromettono non solo la produzione ma anche la qualità del raccolto.
Il problema della salinizzazione, con le conseguenze che da esse derivano, come la desertificazione, sta crescendo arrivando ad interessare circa 11 milioni di kmq di suolo nel mondo, equivalenti all’estensione degli Sati Uniti d’America. I suoli affetti da problemi di eccessiva salinità (di cui: 60% suoli salini; 26% suoli sodici; 14% suoli salino-sodici) ormai non riguardano solo aree geograficamente ben definite come in passato, ma si estendono in tutti i continenti. Le aree più colpite sono Medio Oriente, Australia, Nord Africa, Europa e Asia.
Anche l’Italia non è esente: da stime effettuate dall’Unione Europea, le regioni della Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna mostrano un processo di desertificazione già avanzato ma questa situazione si sta spostando al nord.
“Abbiamo sperimentato – spiega Maria Rosaria Stile, Research & Development Manager di K-Adriatica – una soluzione che agendo sulla capacità di scambio dei colloidi del suolo, favorisce la sostituzione delle particelle di Sodio con quelle di Calcio e Magnesio, favorendo così la solubilizzazione e il conseguente dilavamento delle particelle di sodio e ristabilendo le ottimali condizioni fisico-chimiche del suolo.
A questo si aggiunge una combinazione specifica di ingredienti attivi in grado di migliorare l’assorbimento dei nutrienti da parte della pianta che consente di ripristinare il suo equilibrio nutrizionale. Questo consente di riattivare il processo fotosintetico e i principali processi metabolici della pianta e consente di preservare la produttività e la qualità della coltura anche in condizioni di elevata salinità: l’efficacia della nostra soluzione è stata testata in differenti paesi nel mondo (Israele, Brasile, Cile, Cina) oltre che in Italia, e su una vasta gamma di colture orticole, come lattuga, melone, pomodoro, cipolla, zenzero e di colture frutticole, come uva da tavola, drupacee, caco, nespolo, sia in condizioni controllate che in campo con risultati significativi con incremento di biomassa nelle piante trattate (fino al 40%), una netta diminuzione della mortalità causata da eccessiva salinità e una maggiore vitalità delle piante trattate, con incrementi significativi anche sulla qualità della produzione”.