ROMA – “‘Bresaola di seitan’, Bistecca di tofu’, ‘Prosciutto veg’: sono solo alcuni dei nomi usati dai produttori di alimenti a base vegetale posti in commercio con l’uso distorto di nomi riferiti alla carne o agli insaccati. Ben l’80% dei prodotti vegetali utilizza nomi simili. Ci vogliono regole chiare. Le produzioni zootecniche italiane, spesso vanto del Made in Italy, vanno tutelate da chi vuole offrire alternative di consumo, sfruttandone nomi e notorietà.
Questi prodotti sono ottenuti mediante la lavorazione di vegetali che vengono macinati, mischiati, arricchiti con aromi e addensanti e non hanno nulla a che fare, dal punto di vista nutrizionale, con i veri prodotti della zootecnia. Nulla da discutere su chi vuole cibarsene o scegliere tale alimentazione, ma il consumatore deve essere correttamente informato e non ingannato, e va favorita la giusta concorrenza. Per questo la Lega ha presentato una PDL con il chiaro obiettivo di ripristinare le corrette condizioni di mercato tra tutti gli operatori del settore alimentare: prodotti completamente diversi devono essere indicati con nomi del tutto differenti. Sembrerebbero banalità, ma non vorremmo sia un viatico per chi vorrebbe farci nutrire di cibo sintetico, dicendoci che è come quello naturale”.
Lo dichiara il deputato della Lega e presidente della commissione Agricoltura Mirco Carloni, primo firmatario di una PDL in materia di denominazione dei prodotti alimentari contenenti proteine vegetali.