Il Soave? Ha fatto conoscere il vino italiano negli Stati Uniti negli anni Cinquanta ma oggi necessita di un rilancio. La strada giusta? Affiancarsi alle trasmissioni televisive condotte da grandi chef italiani ma anche spiegare che è un vino per tutte le occasioni, ideale per il rito dell’aperitivo, fino a qualche anno fa sconosciuto agli americani. A parlare non è un grande sommelier ma Gerardo Greco, giornalista corrispondente Rai da New York, che ha raccontato agli italiani alcuni dei più drammatici capitoli della storia moderna. L’occasione è stato il Premio Grappolo D’Oro Clivus, tenutosi nel Palazzo Vescovile di Monteforte d’Alpone, dove Gerardo Greco è stato premiato dal Presidente della Cantina di Monteforte Massimino Stizzoli. L’evento, sostenuto dalla Cantina Sociale di Monteforte, realtà che dal 1952 affianca la città, si è aperto con il dibattito “Etica e Competizione”.
L’incontro – In questa occasione il giornalista Silvino Gonzato, ha stimolato Greco con domande di varia natura, dalla politica all’enogastronomia. La prima è stata dedicata al tema dell’incontro. “Negli Stati Uniti, paese dotato di un certo cinismo, la competizione è etica, mentre in Italia la prospettiva è rovesciata. Nella terra del Soave, in particolare, che ho avuto modo di conoscere questa sera, la comunità è un valore. Il successo di questo vino è legato a piccoli produttori che si uniscono in cooperative come quella di Monteforte, per condividere valori ma anche per risolvere i problemi in modo sempre nuovo.” Anche questa è una delle ricchezze dell’Italia e, secondo Greco, proprio la capacità del nostro paese di trovare soluzioni “creative” a situazione di difficoltà salverà dalla crisi internazionale. Sui grandi temi toccati durante l’intervista, Greco ha stupito con alcune affermazioni, dall’asserzione che l’America è un paese abituato alla guerra, al fatto che essa non si interessa alla politica italiana ma, piuttosto, alla nostra storia e cultura enogastronomica. Per questo motivo si aprono buone prospettive per il Soave ,che rappresenta italianità, naturalità. Non a caso il Consorzio di Tutela ha avviato un piano di promozione negli Stati Uniti che porterà a grandi investimenti nel prossimo triennio e alla creazione di strumenti ad hoc come il libro fotografico realizzato con l’artista Giò Martorana. Obiettivo? Fornire la risposta italiana al Pinot Grigio.
L’evento – Dopo il dibattito, la serata è proseguita con la cena offerta dal Gruppo Podistico Valdalpone De Megni, dove il Segretario Gianluigi Pasetto ha premiato alcuni dei giornalisti che più si sono distinti per la valorizzazione della Montefortiana, gara podistica che ogni gennaio richiama oltre 20.000 iscritti, gemellata con le competizioni di città importanti come Roma, New York e Tai Pei.
Monteforte d’Alpone e l’impegno per l’ambiente – La cena è stata anche l’occasione per presentare il nuovo programma di questa gara podistica, sostenuta anch’essa dalla Cantina di Monteforte, da sempre vicina alle attività del territorio. Accanto alle tradizionali categorie, a gennaio si terrà per il primo anno la “eco maratona”, un percorso interamente snodato fra i vigneti, senza toccare un centimetro di asfalto. Uno dei maggiori impegni per la comunità, infatti, è preservare oggi il paesaggio e rendere l’ambiente più sano. Un progetto che coinvolge in prima persona la Cantina di Monteforte “Perchè Vinte le sfide per affermare la qualità del prodotto, l’impegno per il presente e il futuro sarà rendere la viticoltura sempre più in armonia con la natura, garantendo alla comunità un ambiente sano e bello, dove la vite è elemento che preserva il paesaggio e migliora la qualità della vita. Afferma Massimino Stizzoli. In particolare, la Cantina sta oggi sviluppando un progetto sperimentale in vigneto per sostituire la chimica con metodi naturali. La serata si è conclusa con la firma, da parte di Gerardo Greco, di 100 magnum di Soave Cluvus trasformate in singolari opere d’arte grazie alle etichette uniche, disegnate dagli alunni delle scuole elementari e medie di tutto il mondo.