Psicosi ingiustificata in Toscana. L’allarmismo delle ultime settimane manda in crisi i produttori di ortaggi che riforniscono la grande distribuzione costretti a subire gli effetti sempre più devastanti dell’emergenza del batterio killer che si è scatenata anche in Toscana con una forza dirompente. Ordinativi crollati anche fino al 75% per i cetrioli. Giù anche insalate, pomodori, carote e altri prodotti del 20%.
I numeri – Una crisi che interessa da vicino secondo i dati forniti da Coldiretti circa 4 mila aziende orticole specializzate toscane che da sole producono il 10% della produzione agricola per un valore alla produzione stimato intorno ai 30 milioni di euro e una produzione, in quintali, di 5 milioni; circa 8 mila gli addetti. Una quindicina invece le aziende agricole in Toscana che producono cetrioli per la grande distribuzione. “Dal giorno seguente all’allarme cetrioli – racconta Alessio Cammelli, Presidente Agrimercato di Firenze e Prato e titolare di un’azienda agricola specializzata in produzione di cetrioli – gli ordinativi sono crollati del 75%. Da 30 quintali al giorno siamo passati, in 24 ore, a poco più di 6. Siamo in ginocchio”.
Effetti devastanti – Gli effetti dell’eccessivo allarmismo e del tam tam mediatico stanno provocando “effetti devastanti – ammette Tulio Marcelli, Presidente Regionale Coldiretti – sulle imprese agricole e sulle produzione. La vendita degli ortaggi e di frutti che caratterizzano la stagione, in queste ultime settimane, hanno subito un arresto preoccupante. Siamo nell’ordine del 20%. Le aziende hanno intere partite di ortaggi stoccate che non sono riuscite a vendere e che rischiano di marcire nei magazzini. Ora saranno fondamentali gli aiuti stanziati dalla Commissione europea per cercare di coprire le perdite subite dagli agricoltori per i danni a causa dell’emergenza del batterio killer”.