DENNO (TN) – A Denno (Tn) si è svolto l’incontro “Porte aperte al frutteto sperimentale” dove i frutticoltori trentini sono stati aggiornati sui risultati delle sperimentazioni condotte dalla Fondazione Edmund Mach durante l’annata 2023.
Quattro i focus tecnici della giornata: le innovative tecniche di distribuzione dei prodotti fitosanitari, le nuove varietà Club introdotte da APOT, l’architettura degli impianti con particolare riferimento alla forma di allevamento ’’guyot’ e le nuove varietà di melo, di elevata qualità e dotate di resistenze genetiche, frutto del programma di miglioramento genetico della Fondazione Mach.
L’incontro, che ha visto la partecipazione di 230 frutticoltori, è stato aperto dal direttore generale FEM, Mario Del Grosso Destreri, presente con il dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Maurizio Bottura.
Tecniche di distribuzione innovative.
La strategia europea per razionalizzare l’uso dei prodotti fitosanitari mira soprattutto alla riduzione del loro impiego. Per questo motivo risulta necessario individuare nuove soluzioni anche sul versante della tecnica di applicazione dei mezzi di difesa delle colture. Infatti, da alcuni anni, è in corso alla FEM una sperimentazione di impianti a punto fisso appositamente progettati (sistema S.O.PH.I.A. realizzato in collaborazione con Netafim). Tale soluzione si sta dimostrando una valida alternativa al classico atomizzatore, specie nella difesa tempestiva dalla ticchiolatura, ma anche nelle strategie standard che prevedono l’impiego di prodotti preventivi o curativi. I sistemi sovrachioma possono favorire una maggiore efficienza d’uso di determinati prodotti. Inoltre, il trattamento di appezzamenti in aree declivi può risultare più sicuro anche per la tutela dell’operatore che non sale sulla trattrice. Ed ancora, la modalità di trattamento, che non prevede l’ausilio dell’aria e l’operatività ridotta a pochi minuti della fase di distribuzione, può ridurre il rischio di fenomeni di deriva della miscela fitosanitaria.
Nuove varietà Club.
Nell’azienda sperimentale FEM, in località Piné di Denno, sono presenti numerose parcelle delle nuove varietà Club recentemente introdotte da APOT. Su questi è stato possibile, negli ultimi anni, impostare diverse attività sperimentali di approfondimento agronomico. Le informazioni tecniche raccolte da queste prove, assieme alle esperienze di campo impostate sul territorio, sono la base dell’attività di consulenza specifica sulle nuove varietà. La corretta gestione della carica produttiva è, infatti, uno dei fattori maggiormente determinanti per ottenere costantemente negli anni frutti di elevata qualità.
Da più di 15 anni presso la Fondazione Mach vengono condotte prove inerenti alla forma di allevamento del melo. Da questa sperimentazione è nato il sistema denominato guyot che sta destando interesse a livello internazionale. Il guyot è costituito da un cordone orizzontale permanente che si sviluppa lungo il filare e da un numero variabile di assi verticali semipermanenti distanziati di circa 20 cm fra loro.
Le produzioni dal punto di vista quantitativo sono paragonabili agli odierni standard a patto che vi sia un corretto rapporto fra larghezza della strada ed altezza della pianta, si registra una minor resa nei primi anni proporzionalmente al minor numero di piante impiegate ad ettaro. La qualità dei frutti è elevata e particolarmente omogenea. Nei primi anni questa forma di allevamento richiede più manodopera e buone conoscenze tecniche, a frutteto formato invece i tempi di gestione sono decisamente ridotti. Dal punto di vista ambientale emergono diversi punti favorevoli: la parete stretta, continua e contenuta in altezza necessita infatti di una minor quantità ad ettaro di prodotti fitosanitari e consente una loro applicazione in modo più mirato riducendo decisamente i fenomeni di deriva.
Nel frutteto di Denno sono presenti selezioni ottenute dal programma di miglioramento genetico iniziato nel 1999. Le selezioni presentano diverse caratteristiche, come la resistenza alle principali malattie fungine del melo, costanza di produzione, portamento della pianta per eventuale coltivazione a parete tramite nuove tecniche, come il guyot. Tutte queste selezioni, non ancora registrate e quindi ancora in fase sperimentale, si potranno in prospettiva proporre come varietà innovative e idonee ai diversi ambienti di coltivazione.
Durante l’incontro sono state illustrate le caratteristiche principali di una decina di possibili nuove varietà, riguardanti le resistenze e comportamento agronomico riscontrato nelle prime fasi di sperimentazione. Per abbreviare i tempi di selezione, anche presso FEM vengono adottate tecniche di laboratorio con l’impiego di marcatori molecolari. L’analisi in laboratorio di piccole porzioni di vegetale permette di identificare i semenzali con il gene d’interesse, fino dai primi stadi di germogliamento del seme.