BRUXELLES – Da mesi l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann esorta gli stati membri a sviluppare i propri piani di gestione per controllare la popolazione di lupi. Ora anche la Commissione europea prende posizione a favore di questo approccio e incoraggia i governi nazionali a sfruttare le opportunità offerte dal quadro giuridico esistente. Inoltre, l’esecutivo di Bruxelles ha aperto una consultazione pubblica e invita le comunità locali e tutte le parti interessate a presentare dati aggiornati sulla popolazione di lupi e sui suoi impatti. L’obiettivo è rivalutare lo status del lupo come specie protetta.
“Il fatto che finalmente la Commissione europea abbandoni posizioni ormai superate e si concentri sugli sviluppi attuali, è di per sé una notizia estremamente positiva”, dichiara Dorfmann. La svolta della Commissione è anche il segnale che la pressione, del Parlamento europeo ma non solo, sta funzionando. Gli eurodeputati avevano infatti chiesto a larga maggioranza di riesaminare il problema dei lupi. “Anche il governo italiano comincia a sentire tale pressione. Questa è un’opportunità per le regioni alpine di prendere in mano la situazione e ridurre a un livello tollerabile la minaccia esistenziale che i lupi rappresentano per le loro comunità”.
Oggi Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha riconosciuto pubblicamente che l’aumento dei lupi in alcuni territori europei è una minaccia non solo per gli animali da allevamento, ma potenzialmente anche per le persone. Ha quindi incoraggiato gli stati membri a prendere – dove necessario – contromisure. “Le norme europee garantiscono gli spazi di manovra necessari”, sostiene von der Leyen, che oggi ha annunciato anche la volontà di raccogliere nuovi dati sulla popolazione di lupi.
“Questa indagine mostrerà senza dubbio che il numero di lupi in Europa è aumentato in modo imponente e che il loro status di protezione deve essere riconsiderato in molte regioni”, è l’opinione dell’europarlamentare sudtirolese. Se lo status di protezione viene modificato, è necessario adeguare il quadro giuridico, aggiunge Dorfmann. “Ciò significa, come già annunciato dalla Commissione oggi, maggiore flessibilità nella gestione dei grandi carnivori”.
Secondo Dorfmann, per cominciare ad agire non è necessario attendere i risultati della nuova indagine: “Essa non impatta sulla possibilità degli stati membri di elaborare i propri piani di gestione e di farli approvare da Bruxelles. Bisogna perciò procedere il più rapidamente possibile”.
Se lo status di protezione del lupo verrà successivamente modificato, ciò offrirà ulteriori opportunità per trovare una soluzione a lungo termine e sostenibile. “Nel frattempo, i nostri piani di gestione potrebbero già essere efficaci”, conclude l’europarlamentare sudtirolese.