“La necessità del rilancio del comparto agroalimentare non ha solo il significato di rimettere in moto un settore che da sempre costituisce un vanto per il Paese, ma è allo stesso tempo una forte spinta all’economia nazionale fuori dalla crisi economica”.Così Rocco Tiso, presidente nazionale di Confeuro.
La situazione – “Se da una parte è un bene che molti agricoltori si stiano ammodernando per poter competere nel mercato globale attraverso processi di unificazione – ha dichiarato -, dato dimostrato dall’analisi delle aziende agricole fornite dal sesto censimento dell’Istat, è allo stesso allarmante che gli ultimi dieci anni abbiano chiuso circa il 50% delle piccole e medie aziende, soprattutto in un Paese come l’Italia dove sono state proprio queste tipologie di imprese a rappresentare il motore dello sviluppo. Le piccole e medie aziende agricole sono infatti insostituibili, in particolar modo per la loro capacità di produrre alimenti di qualità e di preservazione e tutela dei territori. Una riforma agricola seria – conclude Tiso – auspicata da più parti e da molto tempo ma senza nessun risultato concreto, non può che ripartire proprio da quelle aziende che in questi dieci anni sono state costrette a cessare la propria attività, spesso soffocate da una burocrazia inutile e opprimente, e che invece esercitano un ruolo fondamentale nella stabilità e nello sviluppo del settore agroalimentare”.