ROMA – “A quasi due anni di distanza dai primi casi di infezione di Peste suina africana-PSA, accertati in numerosi cinghiali tra il Piemonte e la Liguria, l’epidemia continua purtroppo ad avanzare nella Lombardia, e in particolare nel pavese, zone che con oltre 5 milioni di capi rappresentano più della metà di un comparto che è uno dei fiori all’occhiello dell’agroalimentare nazionale”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista, esprimendo soddisfazione per lo stanziamento da parte del governo di oltre 19 milioni di euro destinati a sostenere le aziende colpite.
“Di particolare rilevanza, vista la realtà imprenditoriale del comparto suinicolo lombardo, è il fatto che il 60% delle risorse stanziate sia destinato alle piccole e medie imprese, andando in tal modo a sostenere concretamente le centinaia di allevatori impegnati attivamente nell’eradicazione della PSA”, aggiunge il presidente.
“A tal proposito, vale la pena di ricordare che quella degli abbattimenti è una misura dolorosa, ma necessaria, che porterà risultati solo se accompagnata dall’incremento delle misure di biosicurezza negli allevamenti e da un maggiore ricorso, nelle zone a più alto rischio, alle barriere di difesa”, prosegue Battista, rilanciando alcune delle proposte avanzate dalla Copagri nel corso di numerosi confronti istituzionali, fra i quali quello svoltosi nei giorni scorsi al Ministero della Salute alla presenza dei sottosegretari all’Agricoltura Patrizio La Pietra e alla Salute Marcello Gemmato e del Commissario straordinario alla PSA Vincenzo Caputo.
“È però fondamentale che tutte queste azioni vengano attuate in maniera sinergica e coordinata sull’intero territorio nazionale, così da scongiurare il rischio di un vero e proprio default del comparto, con una conseguente è significativa perdita in termini economici e occupazionali”, rimarca Battista, ricordando che la filiera suinicola vale oltre 10 miliardi di euro, senza contare l’export, e occupa circa 40mila lavoratori.