Un cambio di rotta per l’agricoltura. Aziende agricole non considerate

C’è una preoccupante assenza di politiche per il sostegno dell’economia reale. Per anni i governi di centro-destra hanno negato la verità sulle condizioni della nostra economia e non hanno fatto nulla per sostenere la nostra agricoltura. Nel secondo trimestre del 2011 il settore ha perso il 2,4 per cento di valore aggiunto rispetto al trimestre precedente. Il lavoro dei nostri agricoltori merita rispetto e considerazione. E’ quanto evidenzia un ordine del giorno della Giunta nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori che nella sua ultima riunione ha approvato le comunicazioni del presidente Giuseppe Politi.

Governo assente – Il governo e la maggioranza parlamentare -afferma la Giunta Cia- hanno lasciato cadere nel nulla il documento comune delle parti sociali del 4 agosto scorso che indicava sei priorità sulle quali agire: pareggio di bilancio, costi della politica, liberalizzazioni e privatizzazioni, investimenti, semplificazione e pubblica amministrazione, mercato del lavoro. Sono rimasti inascoltati gli appelli del Capo dello Stato alla coesione delle forze politiche nello spirito del comune interesse nazionale. L’esecutivo -sottolinea l’ordine del giorno- ha annunciato un “nuovo” decreto per lo sviluppo a costo zero. Ma al tavolo di consultazione presso il ministero dell’Economia non è presente l’agricoltura, né il ministro, né le rappresentanze. Per questo governo, dunque, l’agricoltura non ha la dignità di settore produttivo: non produce ricchezza, occupazione, coesione sociale”.

Preoccupazione – Nel manifestare una forte preoccupazione per i segnali di peggioramento e di instabilità dell’economia e della situazione politica del Paese, la Cia -si legge nel documento- considera la situazione giunta al limite di insostenibilità. Questo governo ha dimostrato di non avere più credibilità a livello internazionale. Ha perso credibilità perché ha smarrito ogni idea di chiarezza sulla natura e la direzione delle politiche economiche nel prossimo futuro. Questo governo e questa maggioranza hanno dimostrato di non avere l’autorevolezza e la capacità di dare una risposta forte alla crisi. Alle nostre istituzioni elettive, il Parlamento, dunque, è affidato il compito di affrontare il problema con gli strumenti propri di un sistema democratico.

Sofferenza – È, d’altra parte, diffuso tra gli italiani un senso di rabbia e insofferenza: restituiamo al Paese -sostiene la Giunta della Cia- la possibilità di riorganizzare il proprio futuro; restituiamo agli italiani, con una nuova legge elettorale, il diritto a risolvere i propri problemi con i naturali strumenti della democrazia. Il Paese e il sistema delle imprese hanno bisogno di un esecutivo diverso, in grado di avviare le riforme, di risanare il bilancio, di dare una spinta alla crescita. È una svolta che la Confederazione considera indispensabile.

ODG Cia – Nell’ordine del giorno si mette in risalto, inoltre, che il mondo agricolo vive uno stato pieno di difficoltà, di problemi complessi, a partire dalla instabilità dei mercati, dagli alti costi e dai redditi compromessi. E questo è particolarmente grave se si pensa agli impegni gravosi dai quali dipende il futuro della nostra agricoltura, a cominciare dalla nuova Politica agricola comune (Pac) post 2013. Le anticipazioni dei documenti legislativi confermano che il negoziato sarà lungo e complesso: ciò impone di essere sul campo come sistema Italia. Dobbiamo presentarci con una posizione forte ed autorevole; soprattutto condivisa dal sistema agricolo alimentare del nostro Paese. La Giunta della Cia conferma che confronto, concertazione e unità sono le tre parole che consentiranno maggiori probabilità di vedere riconosciute le ragioni e le attese della nostra agricoltura nelle scelte di politica economica a livello nazionale e comunitario. Bisogna prendere atto che è minata la capacità del governo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene di difendere gli interessi delle imprese italiane nei consessi internazionali. Il Paese, la società, l’economia, il sistema imprenditoriale non possono più sostenere il peso di una gestione incapace ed inconcludente. Gli agricoltori hanno sofferto più di altri il prezzo della crisi e delle mancate risposte.

Per la Cia, quindi, il cambiamento è un passaggio ineludibile – La situazione dell’agricoltura e il grave disagio economico e sociale degli agricoltori impongono a quanti rappresentano questi interessi di mettere da parte ciò che divide e di valorizzare ciò che può unire. Questo non vuol dire annullare le diversità di opinione o ciò che ognuno ha proposto o fatto; significa mettere sul tavolo le diverse proposte, su di esse discutere a lavorare insieme per una sintesi non solo condivisa, ma più avanzata anche perché patrimonio comune di proposta e impegno professionale.

Intese – La Giunta conferma la volontà della Cia di proseguire questo percorso per sperimentare nuove e più avanzate intese. La riforma della Pac, le nuove regole del governo delle filiere, le organizzazioni interprofessionali, la politica agricola nazionale e quelle regionali, la riduzione del peso della burocrazia, la costruzione di una nuova e forte rete di strumenti dell’autogoverno economico degli agricoltori possono essere i temi su cui avviare un confronto e possono essere i capitoli di un progetto unitario per l’agricoltura italiana. La Cia, comunque, è pronta ancora una volta a scendere in campo per difendere il lavoro di tanti agricoltori che rischia di disperdersi in maniera drammatica. La Giunta, pertanto, rivolge un appello alle altre Organizzazioni professionali agricole per iniziative sindacali unitarie a difesa dei redditi degli agricoltori.

 

 

 

 

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