Ismea rileva a settembre un calo mensile dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli dell’1,1%, determinato da una flessione del 3,3% delle coltivazioni solo in parte compensata dall’incremento dell’1% del comparto zootecnico. Dal confronto su base annua emerge ancora un divario positivo del 9,2%, che risulta più marcato per la zootecnia (+12%) rispetto alle colture agricole (+6,7%). L’indice, che si è attestato a 124,4 (base 2000=100), riflette nella dinamica congiunturale, i primi cedimenti sui mercati cerealicoli (-7%) con mais e risone in calo rispettivamente del 14,2% e 11,7%. A determinare il deprezzamento del granturco sia il buon esito dell’ultimo raccolto, sia, sul fronte estero, l’allentamento delle tensioni nei mercati delle commodities, sull’onda dei timori di un deterioramento del quadro economico.
Flessione per olive e ortofrutticolo – Negativa la dinamica mensile per gli oli di oliva (-4,9%), seppure in una normale fase di stasi delle contrattazioni in attesa del prodotto di nuova spremitura. Sempre tra le coltivazioni, si segnala una brusca flessione degli ortaggi (-10,6% su base mensile), in buona parte attribuibile ai ribassi delle patate (-20,1%), in un mercato che sconta una generale pressione dell’offerta.
Bene il vitinvinicolo – Il netto recupero della frutta, che ha guadagnato il 17,1% rispetto ad agosto, riflette il buon andamento delle ultime partite di pesche e nettarine, dopo la crisi che ha pesantemente condizionato il comparto nei mesi estivi. Positivo il dato dei vini (+4,1% su agosto), anche in relazione a una vendemmia che, sulla base delle indicazioni finora raccolte da Ismea, si preannuncia molto scarsa.
Zootecnia – Nel comparto zootecnico tengono i lattiero caseari (+0,3%), grazie ai formaggi grana (Grana padano in particolare) che, dopo lo stop dei mesi estivi, stanno registrando aumenti anche in risposta a un buon andamento dell’export. Tra il bestiame vivo, avanzano i suini (+2,6% sempre su base mensile) grazie al contributo dei capi da macello, i bovini (+1%) e gli avicoli (+1,2%), mentre arretrano gli ovicaprini (-1,8%). Quotazioni in rialzo anche per le uova che guadagnano il 2,8% sul mese precedente.
Il confronto su base tendenziale evidenzia tra le coltivazioni una dinamica positiva per i vini (+23,8% su settembre 2010), cereali (+12%), olio di oliva (+17%) a fronte di un andamento negativo per ortaggi (-9,3%) e frutta (-6,3%). Più accentuato il divario positivo con lo scorso anno per la zootecnia, con il bestiame vivo e i lattiero caseari che registrano rispettivamente un incremento del 11,1% e del 13%.