ROMA – Il credito d’imposta per l’acquisto di mezzi e attrezzature 4.0, esteso al comparto primario con la Legge di Bilancio 2020, ha permesso a tantissimi agricoltori di poter rinnovare il proprio parco macchine in maniera agevole.
La misura, però, ha visto decrescere nel tempo la percentuale del beneficio fiscale per gli imprenditori. Oggi – e sino al 31 dicembre 2025 – il credito d’imposta 4.0 è infatti pari al 20% e non viene più ritenuto interessante dagli agricoltori, abituati a ben altri incentivi.
“Dopo anni di grandi sforzi – dichiara Andrea Borio, presidente di Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio – riteniamo sia giunto il momento di stabilire una percentuale congrua che possa rimanere stabile nel più lungo periodo possibile. Strumenti come il Fondo Innovazione o il Bando Meccanizzazione previsto dal PNRR, infatti, avranno un impatto relativo sui mezzi acquistati con cui innovare l’agricoltura italiana ma, al contempo, hanno avuto l’effetto di congelare il mercato. Si rende necessario offrire una percentuale stabile e duratura nel tempo – prosegue Borio – che sia priva di ulteriori oscillazioni che si traducono in deleterie situazioni di mercato. Chiediamo pertanto al Governo e ai partiti di maggioranza parlamentare di innalzare, se possibile, almeno sino al 30% l’attuale contributo per renderlo attrattivo per gli agricoltori ma soprattutto di rendere questa percentuale stabile per i prossimi 5-7 anni così da mandare un messaggio chiaro e determinato al settore”.
Per far sì che l’intervento non serva solo a mettere in campo macchinari, mezzi e strumentazione innovativa ma porti anche a raggiungere benefici collaterali come un minor impatto ambientale e una maggiore sicurezza sul lavoro, Federacma chiede di legare questi incentivi allo smaltimento dei mezzi marcianti e funzionanti con immatricolazione ante 1997.
“Come abbiamo denunciato più volte – spiega Andrea Borio – in Italia si registrano ogni anno oltre 120 decessi dovuti all’utilizzo di trattori senza i più basilari sistemi di sicurezza quali la cintura e il rollbar, la struttura di protezione in caso di ribaltamento. Nell’attesa della concreta attuazione della revisione per i trattori, prevista sin dal 2015, diviene cruciale, pertanto, intervenire in maniera mirata per far sì che l’agricoltura italiana tutta, dal più piccolo contadino all’imprenditore sino al contoterzista professionista, possa rinnovare il proprio parco macchine rendendolo moderno, funzionale, sicuro e amico dell’ambiente. Nelle more di una Legge di Bilancio che non dispone di ampi margini di manovra, rinnoviamo la nostra disponibilità al confronto – conclude il presidente Borio (Federacma) – affinché nel prossimo futuro la politica degli incentivi diventi strutturale e consolidata, senza choc eccessivi che, a lungo termine, rischiano di avere effetti deleteri su tutti gli attori della filiera: dagli agricoltori ai produttori di macchine agricole, passando dai rivenditori sino allo Stato e alle sue casse pubbliche”.