BARI – Produrre olive da olio in una delle zone di contenimento della Xylella fastidiosa arriva a costare anche il 50% in più rispetto a impianti che si trovano lontani dalle zone infette. “Soprattutto per i produttori che applicano il biologico, il costo dei trattamenti fitosanitari obbligatori rende notevolmente più costoso coltivare olive rispetto a zone della regione lontane da quelle colpite dalla Xylella”, sottolinea il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro.
“In questo modo – prosegue – il contrasto al batterio pesa tutto sulle spalle degli olivicoltori, il costo va a gravare in modo pesante sul bilancio dell’azienda agricola e riduce il margine sul prezzo di vendita dell’olio di oliva. È quindi fondamentale, per continuare a rallentare l’avanzata, che i produttori delle zone di contenimento siano sostenuti con interventi economici mirati”.
Le produzioni biologiche hanno un ruolo di rilievo in Puglia. La nostra regione è prima in Italia per rapporto tra Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e terreni biologici: su 1,416 milioni di ettari di SAU, quasi 287mila sono stati trasformati in spazi bio. Questo rappresenta oltre il 22,3% del totale, ben al di sopra della media nazionale fissata al 17,4%. Più ampiamente, anche il Sud mostra brillanti risultati: oltre il 50% della SAU “biologica” nazionale è distribuita tra cinque regioni, di cui tre sono meridionali: Sicilia (316.147 ha), Puglia (286.808 ha), Calabria (197.165 ha), unite a Toscana (225.295 ha) e Emilia-Romagna (183.578 ha).
Intanto, sulle azioni di contrasto alla Xylella messe in campo dalla Regione Puglia per Confagricoltura Puglia si registrano passi in avanti: il campionamento previsto dalla modifica del piano di contrasto è più preciso e ciò favorisce di molto il lavoro dei produttori.
La campagna olivicola 2023 in Italia dovrebbe portare alla produzione di 290mila tonnellate (+20% rispetto annata 2022) di olio, il valore rappresenta comunque la media di una forbice compresa tra una stima più pessimistica che si attesta a 280mila e una più ottimistica che arriva a 300mila tonnellate. La Puglia rappresenta circa il 50% dell’intera produzione nazionale e media degli ultimi quattro anni (2019-2022) è stata di 151.699 tonnellate, circa il 50% del totale nazionale.
In questa annata 2023 nella regione si stima un incremento di oltre il 50% rispetto allo scorso anno grazie alla naturale alternanza sebbene il clima bizzarro primaverile, il caldo estivo e la grandine di fine settembre non abbiano giocato a favore degli oliveti.