ROMA – Da un’analisi svolta da BMTI sull’andamento dei prezzi delle uve da vino rilevati dalle Camere di Commercio nelle prime settimane della vendemmia 2023, emerge un quadro caratterizzato da un consistente aumento del prezzo delle uve utilizzate per la produzione di vini Docg e Doc, soprattutto sulle piazze del Centro e del Sud Italia.
Un incremento che è dipeso dal calo della quantità di uve raccolte in queste zone, causato dall’andamento climatico avverso registrato nei mesi scorsi, come ad esempio le consistenti piogge di maggio, giugno e luglio, l’ umidità e la forte variabilità delle temperature. Più stabili, invece, i prezzi delle uve da vino del nord Italia, dove la produzione è rimasta sui livelli del 2022.
Infatti, in Veneto, i prezzi delle uve destinate alla produzione di Amarone-Recioto DOC e Lugana DOC hanno subito una variazione del -2% rispetto a 12 mesi fa. Dopo la crescita degli anni scorsi, si registrerebbe invece un calo del -11% per le uve del Prosecco DOCG Conegliano Valdobbiadene. Stabili anche le uve piemontesi destinate al Barbera d’Asti DOCG e a Moscato DOCG.
Al contrario, tra i grandi rossi toscani, i prezzi delle uve destinate al Brunello di Montalcino DOCG, rilevati sulla piazza di Siena, mostrano una crescita di quasi il +15% rispetto al 2022. In alto, anche se con moderazione, i prezzi delle uve del Nobile di Montepulciano DOCG. Crescono, inoltre, del +6% su base annua le uve del Chianti Classico DOCG.
Risultano, invece, significativi gli aumenti delle quotazioni delle uve destinate al Montepulciano d’Abruzzo DOC (+40% rispetto a un anno fa) e del Pecorino d’Abruzzo DOC (+50%), conseguenza della forte riduzione produttiva che ha colpito la regione Abruzzo.