ROMA – Su proposta dell’assessore Giancarlo Righini, la giunta regionale ha approvato la delibera per il riconoscimento dello stato di calamità naturale a seguito della crisi del compatto del kiwi, causata dal cosiddetto fenomeno della moria.
Un evento ben noto negli ultimi anni ma che nel 2023, complici anche le condizioni climatiche particolarmente ostili, ha visto crescere il proprio impatto repentinamente, causando perdite ingenti in termini di produzione e qualità degli impianti con gravi ricadute economiche per tutto il settore, che rappresenta una consistente realtà nel panorama economico pontino. Soddisfazione è espressa dal Consigliere regionale Vittorio Sambucci, vicepresidente della commissione agricoltura in Regione, che per primo aveva acceso i riflettori su quanto stava accadendo.
“Con questo atto approvato dalla Giunta, necessario per chiedere interventi di sostegno economico al Ministero, abbiamo fatto il passo decisivo per un primo obiettivo per il quale tanto lavoro ed impegno è stato profuso negli ultimi mesi. Un lavoro reso possibile grazie alla presenza e vicinanza costante degli agricoltori e delle associazioni di categoria, con cui mi sono confrontato quotidianamente.
Sin dell’audizione che ho convocato lo scorso settembre per dar loro voce e grazie alla quale tutti hanno compreso quanto grave fosse l’impatto della moria, un impatto di cui si è avuta esatta contezza grazie ai dati raccolti dalla direzione agricoltura della Regione Lazio e la mobilitazione dei Comuni interessati dal fenomeno. Un egregio lavoro di squadra, che ha potuto contare sulla sensibilità e il supporto dell’assessore all’agricoltura, Giancarlo Righini, che ringrazio per il grande lavoro svolto.
Abbiamo così potuto realizzare quell’azione in sinergia che ho sin da subito ritenuto necessaria e grazie alla quale oggi, con questa delibera approvata, mettiamo un punto importante per rispondere alle esigenze degli agricoltori. L’attività di sostegno e monitoraggio da parte della Regione naturalmente andrà avanti perché questa emergenza non è ancora finita”, conclude Sambucci.