BOLOGNA – L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, è intervenuto all’ultimo Comitato direttivo di ARAER (Associazione Regionale Allevatori dell’Emilia Romagna) che si è tenuto nei giorni scorsi.
Una partecipazione che per l’Associazione è stata molto importante per due motivi principali.
Il primo perché dalle dichiarazioni di Mammi è arrivato forte e chiaro il grande apprezzamento per il lavoro fin qui svolto da ARAER a sostegno della zootecnia regionale; il secondo, non meno importante, perchè l’assessore ha annunciato l’impegno della Regione a sostenere gli allevamenti di bovini delle razze autoctone, in particolare la razza Romagnola, con uno stanziamento triennale di 90.000 euro da destinare all’acquisto dei riproduttori.
“Vogliamo contribuire alla giusta valorizzazione e al mantenimento sul territorio di questa razza – ha dichiarato Mammi – che rischia l’estinzione proprio perché non sono state intercettate le strategie più efficaci per valorizzarne la produzione”.
I dati infatti a questo proposito sono impietosi: nel 2009 gli allevamenti di Romagnola in regione erano 475, oggi meno della metà e per quanto riguarda i capi le cose non sono tanto diverse: 15 anni fa si contavano poco più di 6.700 vacche, oggi non oltre 4.200.
“Bisogna riconoscere che in questi anni chi doveva occuparsi della valorizzazione della carne di Romagnola non ha saputo centrare l’obiettivo – ha affermato il presidente di ARAER, Maurizio Garlappi – e questo non solo ha provocato e sta provocando un grande e legittimo malcontento tra gli allevatori, ma minaccia la sopravvivenza di una razza autoctona che ricopre un ruolo molto importante tra le eccellenze agroalimentari della nostra regione. Certo, oggi dobbiamo confrontarci anche con il problema legato alla riduzione dei consumi, con gli aumentati costi di produzione, con quotazioni che non sono per nulla equiparate al valore della carne. Ma per quanto importanti, questi aspetti non possono rappresentare una giustificazione alla minaccia di estinzione che pesa sulla razza Romagnola”.
“Definire complessi gli eventi che hanno caratterizzato questi ultimi quattro anni è riduttivo – ha sottolineato ancora Alessio Mammi – la pandemia, la guerra, la siccità, l’alluvione, il rincaro dei costi delle materie prime, i consumi in flessione rappresentano un mix di fattori negativi o quantomeno turbolenti che richiedono un sistema zootecnico forte, capace di far sapere di più e meglio cosa rappresenta e quello che sta facendo. La zootecnia in Emilia Romagna vale ben 5 miliardi di euro che diventano cibo per un valore complessivo di 24 miliardi di euro. A chi attacca questo settore pretestuosamente va detto che se scomparisse crollerebbe una quota importante di occupazione, verrebbe a mancare un presidio del territorio che lo porterebbe alla desertificazione e scomparirebbe un grande patrimonio sociale che fa parte della nostra cultura. Credo siano dati sufficienti per comprendere il valore sociale, ambientale, economico e anche culturale della zootecnia emiliano-romagnola”.
“In questi ultimi anni ARAER ha fatto un percorso evolutivo a cui oggi guardano molte altre Ara regionali – ha scandito il presidente Garlappi – ogni associato ha trovato nell’Associazione il suo punto di riferimento tecnico sicuro e affidabile a seconda delle specie allevate. Nel settore dei bovini da latte abbiamo portato avanti un importante progetto col Consorzio del Parmigiano Reggiano diventando un fondamentale contenitore di dati destinati ad una elaborazione che porti all’aumento della qualità del re dei formaggi. Oggi, anche grazie all’ampliamento dei servizi offerti dal nostro laboratorio di analisi con l’introduzione di nuovi sistemi tecnologicamente innovativi e l’assunzione di personale altamente qualificato, siamo in grado di offrire accurate informazioni scientifiche finalizzate al miglioramento di tutti i cosiddetti parametri secondari che attraverso l’efficienza alimentare possono favorire la riduzione delle emissioni migliorando al contempo il benessere animale e lo stato sanitario, con un conseguente minor utilizzo del farmaco. Oggi un mercato più consapevole ci chiede informazioni e metodi produttivi più sofisticati a cui vogliamo rispondere con un’offerta adeguata per raggiungere una gestione aziendale sempre più sostenibile. Il lavoro di ARAER va proprio in questa direzione. I risultati già raggiunti ci stanno premiando e la comunicazione puntuale e corretta di questi successi è uno degli aspetti sui quali stiamo lavorando con determinazione”, ha concluso Maurizio Garlappi.