Una più stretta collaborazione tra gli agricoltori italiani e quelli albanesi. Questo il risultato della visita compiuta dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi nella provincia di Tirana dove ha anche sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Università degli studi di Vitrina.
Nel balcani – Nella sua missione in Albania, Politi, accompagnato dal responsabile dell’Ufficio internazionale della Cia Cristina Chirico, oltre ad incontri istituzionali (tra i quali quello con il viceministro dell’Agricoltura Ndoc Faslia), ha visitato alcune aziende agricole dell’area di Tirana, con produzioni olivicole, vitivinicole e di piantine per ortaggi e olivi. Visita che si è svolta su invito dell’Associazione agricoltura biologica albanese e nell’ambito del mandato che il presidente della Cia ha ricevuto dal Consiglio dell’Organizzazione mondiale degli agricoltori per le relazioni con le organizzazioni agricole del bacino del Mediterraneo. L’Albania rappresenta un paese ad alta vocazione agricola, con una buona disponibilità idrica e presenza ancora elevata di manodopera giovanile. La modernizzazione del settore è, però, ancora in fase di realizzazione e risente dell’elevata parcellizzazione del tessuto produttivo e dello scarso orientamento al mercato degli imprenditori locali.
Innovazione – Le visite alle aziende agricole locali compiute dal presidente Politi hanno evidenziato le profonde esigenze di crescita economica del settore. Le imprese agricole, di piccole dimensioni e a gestione familiare, avvertono l’esigenza di formazione e assistenza tecnica, per la modernizzazione delle tecniche di produzione e l’orientamento al mercato delle produzioni. La stessa scelta di specializzazione nelle produzioni tipiche dell’area mediterranea, di cui il territorio mostra una particolare vocazione, ha bisogno di introdurre sistemi di tracciabilità e certificazione della qualità del prodotto. Gran parte delle produzioni sono vendute localmente e non sono ancora sviluppate le esportazioni, se non nei paesi confinanti. E’, quindi, evidente tra gli agricoltori l’esigenza di rafforzare l’associazionismo di prodotto, attualmente non esistente.
Biologico, motore trainante – Tra i settori in cui s’intravede un possibile sviluppo positivo, vi è l’agricoltura biologica, in grado di ottenere anche sul mercato albanese una certa attenzione. L’obiettivo commerciale è di potenziare i quantitativi prodotti per migliorare il posizionamento sui mercati internazionali. Il governo albanese intende sostenere il rafforzamento dell’associazionismo agricolo e in particolare, intende promuovere forme di cooperazione, come chiave di volta per la valorizzazione della frammentata produzione agricola albanese. Nell’incontro tra il viceministro e il presidente Politi è emersa chiaramente la volontà da parte albanese di individuare modelli di organizzazione degli agricoltori e di superare, con l’esempio dei paesi vicini come l’Italia, la storica diffidenza verso le vecchie forme di cooperative statali appartenute al passato regime.
Nel futuro – L’auspicio condiviso è di promuovere forme di collaborazione per rafforzare la capacità degli agricoltori locali a promuovere la rappresentanza agricola verso le istituzioni albanesi e a rafforzare la capacità di commercializzazione delle coltivazioni convenzionali e biologiche attraverso l’aggregazione del prodotto.
L’incontro – La visita del presidente Politi presso l’Università degli studi di Vitrina ha permesso di conoscere il vivo interesse dei giovani albanesi per una modernizzazione del settore agricolo, basato su una nuova gestione d’impresa. Nel corso dell’incontro, è stato siglato un protocollo d’intesa tra la Cia e l’Università di Vitrina per potenziare gli scambi di visite di professori, ricercatori e studenti incentrate sulla conoscenza del settore agricolo e permettere ai giovani universitari albanesi di fare esperienza di gestione d’impresa presso le aziende agricole italiane e presso le associazioni. A tale riguardo, si è riscontrato particolare interesse verso settori agricoli innovativi, quali la produzione di agricoltura biologica e l’agriturismo.