BRUXELLES – “L’ultima legislatura in Ue è stata una sorta di montagne russe anche per il vino, con il Covid, la guerra e l’inflazione. Ma l’Ue ci ha aiutato, per questo siamo qua, assieme a Vinitaly, per rappresentare ai decisori dell’Europarlamento l’importanza e il valore del vino italiano ed europeo”.
Così Ignacio Sánchez, segretario generale Ceev (Comitato europeo delle aziende vitivinicole), intervenuto oggi alla conferenza stampa del 56° Salone internazionale dei vini e distillati all’Europarlamento a Bruxelles. “Secondo l’indagine che abbiamo realizzato con Pwc e che presentiamo oggi, il vino europeo vale 130 miliardi di euro, con un contributo fiscale di 52 miliardi di euro l’anno e 3 milioni di addetti”.
“Per la prima volta portiamo la conferenza stampa di presentazione di Vinitaly fuori dai confini italiani – ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo –. Di fronte a una congiuntura difficile per il vino, a partire dalla pressione delle istanze salutistiche a livello internazionale, passando per i cambiamenti dei modelli di consumo, fino alle sfide poste dai mutamenti climatici, oggi siamo qui al Parlamento europeo, dove si decidono le sorti del mondo del vino e della viticoltura, assieme ai rappresentanti del comparto, per ribadire il fondamentale valore socio-economico che questo settore esprime nei nostri territori e nelle nostre comunità”.
“In un contesto generale caratterizzato da una crescente complessità è difficile identificare tendenze di lungo termine. Rileviamo un eccesso di produzione e al contempo una evoluzione dei trend di consumo, con declinazioni diverse a seconda dei prodotti, delle regioni e dei mercati. Per questo è importante non solo saper innovare l’offerta ma anche far conoscere la valenza culturale che contraddistingue i nostri vini”. Lo ha detto il direttore generale dell’Oiv (Organizzazione internazionale della vigna e del vino), John Barker, oggi alla conferenza stampa di presentazione di Vinitaly a Bruxelles.
“Oggi più che mai spingiamo l’acceleratore sull’internazionalizzazione – ha dichiarato Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere –, il motore che ci consente di realizzare opportunità di business concrete per le imprese italiane fuori dai confini nazionali. Attraverso il presidio diretto dei mercati esteri riusciamo da un lato a intercettare l’evoluzione dei consumatori, dall’altro a garantire il posizionamento del nostro vino non solo come bene di consumo ma come prodotto culturale”.