SERRALUNGA D’ALBA (CN) – Negli ultimi giorni si sta dibattendo molto se autorizzare gli impianti dei vigneti di nebbiolo da Barolo sui versanti esposti a Nord, quelli da sempre considerati i meno indicati dato il tipico clima delle Langhe.
Oggi si ipotizza che il cambiamento climatico abbia reso buone per la viticoltura anche le esposizioni a nord. Forse sì, ma se prendiamo in considerazione già solo l’annata 2023, dove ci sono state forti problematiche di peronospora, la situazione sui versanti collinari a nord sarebbe stata ben peggiore, a causa della maggiore umidità di queste zone.
È vero, il clima è cambiato, ma non possiamo affermare che il nord oggi è il nuovo sud. Per fare questo occorre una sperimentazione scientifica, che giustamente avrebbe senso fare. È legittimo il dibattito aperto dal Consorzio, che ha ben operato in questi anni e che ultimamente ha messo sul piatto modifiche al disciplinare importanti, affidando la decisione alla maggioranza dei produttori, ma il cambiamento climatico non si contrasta inseguendolo o adeguandosi per continuare a produrre come prima. Lo si contrasta anticipandolo e cambiando modo di produrre.
A nord sono rimasti gli ultimi boschi o altre coltivazioni diverse dalla vite, mentre negli altri versanti la monocultura è ormai dominante a scapito della biodiversità delle Langhe. Come ospiti di questo territorio, dobbiamo farci “perdonare” la fortuna di vivere immersi in una natura così straordinaria, rispettandola e preservandone le caratteristiche tipiche.
Per questo, in assenza di basi scientifiche, non solo siamo titubanti sull’apertura degli impianti di nebbiolo da Barolo sui versanti collinari esposti a Nord, ma nei prossimi giorni, tra i vigneti di Fontanafredda, impianteremo oltre 150 esemplari di piante, forestali e da frutta, sia autoctone sia di introduzione, consone al nostro territorio.
Un’antica tradizione delle nostre campagne che, con il passare degli anni, è stata sacrificata per la monocultura intensiva. Il fine è di favorire la biodiversità delle nostre colline, ripristinando la flora e la fauna, sia macro che micro. Inoltre, nel contesto attuale di cambiamento climatico, l’impianto di alberi può anche aiutare a mitigare questa tendenza, così da generare il microclima più adatto alla natura di questo territorio, favorendo allo stesso tempo il ripristino di ecosistemi degradati, la fertilità dei suoli e il contrasto alle patologie della vite.
Quindi, non solo “NO” – per il momento – vigne a nord, ma “SÌ” boschi a Sud.
Bosco Vigna vuole essere un “manifesto” che invita a riflettere sul futuro della nostra Terra. Dedicato a tutti i Vigneron di Langa.