“L’agricoltura può fare davvero molto per l’ambiente. Interagendo in prima persona con la natura e il territorio, quando sceglie la via della sostenibilità, può giocare un ruolo da protagonista nella lotta alle emergenze ambientali. Oggi gli agricoltori si mettono sempre più in gioco nelle sfide urgenti che il nostro pianeta deve affrontare, modificando la propria condotta in chiave ecologica”. Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, in merito al 42° Earth Day, la Giornata mondiale della Terra, che si celebrerà domenica 22 aprile in 192 Paesi.
Niente proclami – “Noi non ci accontentiamo di proclami ‘green’ – continua Politi – ma abbiamo lanciato un programma preciso che prevede il raggiungimento di obiettivi importanti: la riduzione del 15 per cento del consumo di acqua, del 20 per cento dell’impiego di fitofarmaci, del 15 per cento delle lavorazioni superficiali dei terreni e, contemporaneamente l’aumento del 25 per cento della produzione di biomasse, del 10 per cento del biologico, del 3 per cento dei rimboschimenti. Il nostro è un impegno concreto a favore dei temi ambientali che la Cia porta avanti da anni, coinvolgendo un numero sempre maggiore di agricoltori”.
Progetti – Non solo. “Abbiamo costruito progetti volti alla riduzione delle emissioni in azienda o alla loro compensazione -continua il presidente della Confederazione-. L’agricoltura, e soprattutto la zootecnia, vengono spesso chiamate in causa come produttrici di gas serra (azotati e metano). Anche per questo da tempo sollecitiamo un valido programma di rimboschimento e un diverso approccio nell’allevamento del bestiame. Ma anche modifiche in alcune pratiche agricole attuali: ottimizzazione dell’uso del suolo, lavorazioni ridotte, l’uso di colture a radice profonda, differenti tipi di set-aside, la copertura invernale dei terreni, la manutenzione dei terrazzamenti, le rotazioni migliorative. Senza dimenticare l’agricoltura integrata e biologica, che sono neutrali rispetto ai gas serra o, più spesso, hanno un bilancio positivo perché fissano più carbonio di quanto ne emettono”.
Energia – Inoltre, “molto si è fatto in direzione di un altro obiettivo fondamentale: raggiungere l’autosufficienza energetica in azienda, promuovendo il riutilizzo degli scarti agroforestali in chiave di energia verde. La Cia -sottolinea Politi- crede molto nella produzione di biomasse: dagli scarti di agricoltura e d’allevamento, infatti, si ricavano ogni anno 20 milioni di tonnellate di biomasse legnose destinate alla produzione di energia termica o elettrica a impatto zero. Questa scelta ha già fatto risparmiare all’ambiente 24 milioni di tonnellate di CO2, una quantità pari all’anidride carbonica emessa da 4 milioni di automobili a benzina che fanno il giro della Terra”. Infine, “la correzione in chiave ambientale dei consumi delle imprese agricole -conclude il presidente della Cia- prevede l’utilizzo di soluzioni per l’irrigazione che favoriscano il risparmio idrico, come gli impianti a goccia o la produzione di specie idro-resistenti”.