VERONA – I primi cento anni del Prosecco. Tanti ne sono trascorsi da quando Etile Carpenè – seconda Generazione della Famiglia – proprio nel 1924 – apportò al Vino Spumante fino ad allora conosciuto come Champagne Italiano una delle più strategiche determinazioni in ambito comunicativo, iscrivendo per la prima volta il termine Prosecco in etichetta per conferire una precisa connotazione identitaria nonché una specifica collocazione geografica nell’areale in cui veniva coltivata la Glera, il vitigno che ne costituisce l’essenza.
L’etichetta recitava, infatti, insieme alla nuova terminologia anche la specifica “Vino Pregiato Amabile dei Colli di Conegliano”, incarnando di fatto ante litteram il riconoscimento della prima denominazione territoriale che identificava uno specifico areale viticolo nonché il riconoscimento delle successive denominazioni di origine D.O.C. (1969) e D.O.C.G. (2009).
La prestigiosa ricorrenza è stata celebrata questa mattina al Vinitaly, presso lo stand della Carpenè-Malvolti, introdotta dalla presentazione della ricerca “Etile Carpenè, l’Innovatore ed il Comunicatore”, curata da Ignazio Lombardo, Andrea Barone e Sharon Carducci, tre ex studenti universitari vincitori rispettivamente nel 2021, nel 2022 e nel 2023 del Premio di Laurea Carpenè-Malvolti, istituito in collaborazione con l’UICI, le Università Italiane e le Città Capitale Italiana della Cultura Parma nel 2021, Procida nel 2022 e Brescia&Bergamo nel 2023.
Un evento studiato per celebrare la ricorrenza di quella prima iscrizione in etichetta del termine Prosecco ed ancorché per raccontare la figura di Etile Carpenè, mettendone in evidenza il rilevante apporto culturale, sociale economico per l’intero Territorio del Prosecco sia dal punto di vista dell’innovazione – che egli iniziò a perseguire già da giovanissimo nel 1892 ricercando il perfezionamento del metodo già messo a punto dal padre Antonio per la spumantizzazione del Prosecco – sia della comunicazione, per la cui impostazione nella storia dell’Impresa è stato pioniere assoluto.
Fu proprio Etile Carpenè, in occasione delle Esposizioni Riunite di Milano del 1894, a proporre il primo messaggio promozionale della storia moderna, facendo costruire una riproduzione del pozzo medievale della Piazza XXVIII Luglio 1866 a Conegliano nella corte del Castello Sforzesco per accogliere i visitatori ed offrire loro degustazioni del prodotto ed altresì esternadolo come il primo messaggio pubblicitario su uno dei principali giornali dell’epoca.
La presentazione della ricerca, condotta dalla giornalista RAI Camilla Nata, è avvenuta alla presenza del Sindaco di Conegliano Fabio Chies e della Dirigente Scolastica dell’Istituto Cerletti di Conegliano Mariagrazia Morgan, nonché degli Studenti della Scuola Enologica di Conegliano e dell’Università di Parma ed ha avuto come focus la ricostruzione della storia dell’Impresa attraverso le determinazioni e le innovazioni portate avanti dalla seconda Generazione Etile fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, raccontando altresì come abbia iniziato la propria esperienza in azienda subito dopo la laurea discussa nel 1892, con l’apertura e gestione di una filiale dell’Impresa a Monaco di Baviera, dove ha lavorato fino alla morte del padre Antonio, sopraggiunta nel 1902.
Per onorare la cui memoria e l’impegno a trasmettere alle nuove Generazioni le conoscenze necessarie per portare avanti la vitivinicoltura sul Territorio, decise di istituire la Medaglia d’Oro Antonio Carpenè, ancora oggi attribuita agli Studenti più meritevoli dell’Istituto Cerletti che lo stesso Antonio fortemente volle e fondò nel 1876 a Conegliano.
“Quella che presentiamo oggi – commenta Rosanna Carpenè, quinta Generazione della Famiglia – è la celebrazione di quella determinazione strategica che il mio bisnonno ha introdotto con l’intento di rendere il nostro Vino Spumante più rappresentativo ed un vero e proprio ambasciatore del nostro Territorio, di cui ha di fatto per sempre cambiato il volto portandovi un significativo benessere economico. Oggi, Sono qui a testimoniare quanto il coinvolgimento delle nuove Generazioni sia ancora, a distanza di oltre un secolo e mezzo, una priorità per la nostra Impresa; a loro che rappresentano il nostro futuro affidiamo lo studio della nostra storia affinché possano contribuire ad elaborare determinazioni per un prospero avvenire della Denominazione e della vitivinicoltura nel suo insieme”.
Nel racconto storico della figura di Etile Carpenè, insiste anche il contributo alla ricostruzione dell’Impresa dopo la distruzione in seguito alle due guerre mondiali e le illuminanti determinazioni da lui ricercate nell’ambito della tappatura, della forma delle bottiglie e di tutti gli elementi caratterizzanti il packaging del prodotto fino a giungere alla revisione del contenuto dell’etichetta, che nel 1924 inserisce per la prima volta il termine Prosecco, indicativo sia della tipologia del prodotto sia delle caratteristiche organolettiche e della collocazione geografica nel territorio trevigiano.
Tutte innovazioni che hanno segnato la storia del Prosecco – oggi tra i vini più famosi e maggiormente esportati in tutto il mondo – e del Territorio che grazie anche al prezioso lavoro svolto fin dal 1868 nella valorizzazione e migliore cura dei vigneti, da Antonio prima ed Etile poi, nel 2019 è diventato Patrimonio dell’Umanità Unesco.
“Grande giornata oggi per la Carpenè-Malvolti e per il Territorio, – commenta il Sindaco di Conegliano Fabio Chies – abbiamo celebrato i 100 anni dalla prima etichetta con iscritto il termine Prosecco, ma soprattutto abbiamo celebrato un personaggio visionario, Etile Carpenè, che già nel 1924 ha parlato di vino spumante pregiato dei Colli di Conegliano, una persona che è riuscita ad unire il brand con il territorio, qualcosa di eccezionale se pensiamo che il riconoscimento Unesco è del 7 Luglio 2019”.
Al termine dell’esposizione della ricerca, è stata presentata ufficialmente la bottiglia del centenario del “1924 Prosecco”, una edizione limitata di soli 1.924 esemplari, che vuole essere testimonianza concreta di come questo Vino Spumante abbia solide fondamenta costruite su una grande storia d’Impresa e su una grande cultura vitivinicola perpetrata tra le Generazioni.
La composizione della selezione è ottenuta per il 90% da uve Glera e per il restante 10% da altri storici vitigni a bacca bianca del Territorio Trevigiano, coltivati in vigneti situati sulle colline della D.O.C.G. – con un’etichetta, corredata da un bollino indicativo del prestigioso anniversario traguardato.
L’evento odierno introduce ad una lunga serie di momenti celebrativi, che si declineranno nel corso dell’anno corrente a livello nazionale ed internazionale.