Olio, in Europa una strategia comune per far crescere il settore

Una strategia comune per valorizzare il settore dell’olio in Europa. E’ quanto emerso dall’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Bruxelles,  presieduto dal Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Dacian Ciolos, insieme agli altri Ministri dei Paesi produttori, nel quale è stato concordato un piano d’azione per il settore dell’olio d’oliva dell’Unione Europea.

Strategia comune – «Voglio esprimere tutta la mia soddisfazione per l’esito di quest’incontro che ha consentito di stabilire una strategia comune per tutto il comparto oleicolo dopo una crisi di mercato che dura da troppo tempo – ha detto Mario Catania, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali – Devo soprattutto rilevare che alcune di quelle che da sempre sono battaglie portate avanti dal nostro Paese, come l’etichettatura di origine, i parametri di qualità e i rafforzamenti dei controlli, sono ora condivise e sostenute dalla Commissione. Particolare rilevanza credo che abbiano anche la possibilità di usufruire dei programmi di sviluppo rurale e degli incentivi all’aggregazione dell’offerta»

La situazione del mercato Nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato, oltre all’Italia, il Portogallo, la Spagna, la Slovenia, la Francia, la Romania, la Grecia e Cipro, è stata esaminata la difficile situazione di mercato che in questi mesi colpisce il settore, non solo in Italia, ed è stato trovato un accordo su una strategia complessiva che consenta al comparto di fare un salto di qualità. Il piano condiviso prevede “qualità e controlli” con il rafforzamento del sistema dei controlli e delle sanzioni; “struttura della filiera” con il rafforzamento delle organizzazioni di produttori; “promozione” puntando al rafforzamento dell’attività di promozione rendendola più incisiva, attrattiva ed efficace. In questo contesto, potrà essere prevista la menzione dell’origine nazionale accanto a quella comunitaria. Uno spazio importante sarà riservato alle azioni nell’ambito dello sviluppo rurale nella nuova programmazione. Saranno possibili sottoprogrammi oleicoli che contribuiscano alla realizzazione delle priorità strutturali oltre agli obiettivi agroambientali, unitamente ad investimenti per la trasformazione, la commercializzazione e lo sviluppo dei prodotti agricoli.

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