Promuovere la frutta importata come regionale o italiana è una pratica ingannevole. Allarme di Cia Ferrara

FERRARA – La campagna di raccolta delle principali produzioni ortofrutticole sta entrando nel vivo e dopo asparagi e fragole, che stanno concludendo i loro cicli produttivi stagionali, sono in arrivo anche sugli scaffali della Grande Distribuzione i prodotti estivi, dalle ciliegie alle albicocche e poi, nel corso dell’estate, anche le prime pere estive, cocomeri e meloni.

Un passaggio di filiera che, secondo Cia-Agricoltori Italiani Ferrara, va monitorato con particolare attenzione per evitare che i consumatori si trovino ad acquistare prodotti pubblicizzati e venduti come italiani o addirittura regionali quando, invece, provengono dall’estero. Una pratica purtroppo comune e certamente ingannevole come spiega Jennifer Felloni, frutticoltrice e referente dei giovani agricoltori di Agia che recentemente ha segnalato proprio questa modalità “pubblicitaria” in alcuni punti vendita del ferrarese.

“Trovare al supermercato prodotti frutticoli fuori stagione è ormai normale – spiega Felloni – perché si è perso ormai il valore della stagionalità e il consumatore vuole trovare frutta e verdura anche in “controstagione”. Però un conto è acquistare prodotti con un’origine chiara dichiarata non solo in etichetta ma anche a livello pubblicitario, un altro è trovare al supermercato albicocche pubblicizzate come “Prodotte in regione” o localmente che arrivano, invece, dalla Spagna.

Si tratta non solo è una pratica promozionale ingannevole che andrebbe sanzionata, ma è anche un vero e proprio schiaffo all’impegno delle aziende agricole che immettono sul mercato prodotti freschi e di qualità autenticamente regionali o locali.  Questo periodo dell’anno – continua la giovane produttrice – è sempre cruciale per i frutticoltori perché stanno iniziando a capire se le loro colture saranno o meno produttive, anche in base all’andamento climatico.

Clima che ha già registrato delle anomalie: le temperature estive dei primi giorni di aprile che sono poi scese sotto le medie stagionali e gli eventi estremi, eccesso di pioggia e grandine in primis, che hanno colpito alcuni areali del territorio. Sull’annata, poi, pesano i problemi produttivi e di reddito degli ultimi anni – primo tra tutti il calo produttivo delle pere che nel 2023 è andato oltre il 70% – e anche l’andamento delle prime colture frutticole, come le fragole, che hanno subito un andamento climatico non particolarmente favorevole ma anche la concorrenza del prodotto proveniente dal Sud.

In questa situazione subire questo tipo di azioni da parte dei distributori è grave, anche perché sanno già che il loro prodotto probabilmente verrà pagato “sottoprezzo” e ci sarà comunque il solito gap tra prezzo pagato alla produzione e quello al consumo. In questo contesto – conclude Jennifer Felloni – i consumatori sono “parte lesa” perché si trovano non solo ingannati da attività promozionali che, come detto, sono illecite ma anche a pagare i prodotti a un prezzo fino a dieci volte superiore a quello corrisposto alle aziende agricole.

Come associazione chiederemo che  a livello nazionale venga istituito un vero e proprio sistema di monitoraggio per queste pratiche ingannevoli e che venga applicata in maniera più attenta la normativa sulle pratiche commerciali sleali che vieta di pagare i loro prodotti agricoli all’origine a un prezzo inferiore dei costi di produzione. La questione della corretta tracciabilità e del prezzo giusto per i prodotti agricoli rimane un nodo essenziale ed è una battaglia che va combattuta ogni giorno a garanzia dei redditi delle aziende e della tenuta dell’intero sistema agricolo ferrarese e italiano”.

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