“Siamo molto soddisfatti per il risultato raggiunto, se consideriamo che nella proposta iniziale della Commissione non erano incluse le misure relative al fermo biologico e alla rottamazione delle imbarcazioni. Non è stato semplice inserire tali misure atteso anche il largo fronte di opposizione esistente in merito. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato possibile solo a seguito di un intenso lavoro della delegazione italiana e grazie all’ottimo rapporto di collaborazione con il Commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi, Maria Damanaki”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, commentando l’intesa raggiunta dal Consiglio europeo dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca sulla proposta di regolamento relativa al nuovo Fondo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).
Soddisfazione – “Abbiamo ottenuto – ha proseguito il Ministro Catania – il proseguimento, sino al 2020, degli aiuti pubblici per il fermo biologico della pesca sulla base dei piani di gestione messi a punto per il Mar Mediterraneo. Mentre per i sostegni all’arresto definitivo, il phasing out da noi proposto si estenderà sino al 2017, ma l’erogazione delle spese potrà proseguire sino alla fine dei due anni successivi”. L’intesa raggiunta dal Consiglio UE prevede che, complessivamente, gli incentivi pubblici per la flotta non potranno superare il 15 per cento dell’intera dotazione assegnata ai singoli Stati membri. “La percentuale – ha proseguito Catania – è il risultato di una dura contrapposizione emersa in seno al Consiglio. Ma desidero porre in evidenza il margine di flessibilità che è stato riconosciuto a livello nazionale. In altri termini, potremo scegliere come ripartire gli incentivi tra le diverse misure, senza i rigidi massimali previsti nel vigente Fondo europeo per la pesca (FEP). Ritengo anche importante sottolineare la particolare attenzione che il Consiglio ha deciso di rivolgere all’insediamento ed all’attività dei giovani pescatori, allo sviluppo delle comunità costiere ed al rilancio dell’acquacoltura”.
Sull’accordo siglato dai ministri, partirà nei prossimi mesi la procedura di co-decisione con il Parlamento europeo. “Esistono, quindi – ha concluso il Ministro – le possibilità per concordare ulteriori miglioramenti nell’ottica di supportare il settore nel processo di adeguamento alla nuova Politica comune della pesca”.