Allevamento di qualità. Ecco come la genetica migliora la produzione casearia e la resa del latte

PIACENZA – Si trova a Celleri Carpaneto Piacentino, in provincia di Piacenza, l’Azienda Agricola Tampiano, un modello della zootecnia a partire dal ciclo chiuso con l’autoproduzione di materie alimentari per i capi allevati e una predisposizione per il miglioramento genetico.

Una realtà che vanta un allevamento di bovine da latte di razza Frisona con 610 capi in stalla, di cui metà vacche e metà manze (con 220 vacche in lattazione) su una superficie totale di 250 ettari, tra proprietà e affitto, producendo 30mila quintali di latte all’anno.

Angelo Veneziani, il titolare, è uno dei 19 soci della Santa Vittoria So­cietà Agricola Cooperativa, il vicino caseificio che riceve il latte per la trasformazione in Grana Padano Dop, ed è laureato in Scienze delle produzioni animali. Con Angelo in azienda tutta la famiglia, a partire dal padre Giacomo, la moglie Mary in amministrazione e a breve anche la figlia Agnese, oggi studentessa universitaria di Agraria. In azien­da collaborano anche il cugino di Angelo e altri dipendenti italiani e indiani che si alternano come turni lavorativi e di riposo

La genetica, come detto, è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda Tampiano e allo stesso tempo uno degli obiettivi quotidiani del titolare. La mandria è composta da bovine selezionate di razza Frisona pezzate nere e rosse. Il 50% di queste ultime nasce naturalmente senza corna e permette una gestione molto più semplice degli animali partendo dalla permanenza in vitellaia. “Ho puntato molto – spiega il titolare – sui caratteri secondari, perché di recente la genetica ha fatto importanti passi avanti e, oltre ai caratteri tradizionali produttivi, come il grasso e le proteine, l’azienda agricola si è focalizzata sulla qualità delle casei­ne e sui caratteri gestionali”.

L’allevamento utilizza in questo senso riproduttori portatori della variante BB della Kcaseina, che si traduce in un maggiore contenuto di caseina nel latte, in una più rapida velocità di coagulazione e di rassodamento della cagliata, con una migliore consistenza del coagulo. Aumentare il contenuto di Kcaseina B migliora, pertanto, l’attitudine casearia del latte. Gli altri tratti genetici secondari presi in considerazione nella genetica dell’allevamento sono anche quelli gestionali, come la facilità di parto, la resistenza alle mastiti, la salute della mammella e la mungibilità. Il tutto si traduce in un minor utilizzo di farmaci con un ulteriore miglioramento del benessere animale.

Il valore aggiunto proviene dalla trasformazione a Grana Padano Dop. 

“Il nostro latte è prodotto con l’obiettivo di raggiungere un ottimale rapporto tra le proteine e la fase lipidica, per garantire, durante la lavorazione del latte, un rapporto grasso-caseina che ci consenta di produrre un for­maggio semigrasso, nel pieno rispetto del disciplinare del Consorzio di Tutela del Grana Padano e delle caratteristiche qualitative tipiche che distinguono il formaggio”, aggiunge Angelo Veneziani.

Benessere animale come prerogativa della qualità

Per il miglioramento genetico è fondamentale la qualità di vita degli animali e nell’Azienda Agricola Tampiano non hanno badato a spese. Una stalla con sei file di cuccette, tre file doppie testa a testa, con le mangiatoie esterne e un box pre­parto su lettiera. Nella parte finale della stalla, che ospita le vacche in lattazione, è presente un box dedi­cato alle manze gravide e uno per il postparto. La stalla dispone anche di un altro box dove vengono messe le vacche in calore, quattro alla volta, in modo che non disturbino le altre. Terminato il calore vengono spostate insieme alle altre nel gruppo lattazione.

La dieta degli animali a Km “0”. All’interno della struttura aziendale una parte dei campi è destinata alla produzione di materia prima per gli alimenti del bestiame. Dal mais, sia ceroso che per pastone integrale, ai cereali a paglia ed erbai (frumento, loietto, leguminose e miscugli di graminacee. “Questo – dice l’allevatore piacentino – ci permette di presidiare sul territorio e conservare la biodiversità”. In azienda anche erba medica secca, che fornisce oltre il 50% delle proteine presenti nelle razioni.

L’Azienda Agricola Tampiano ha investito nella copertura di una vasca di stoccaggio degli effluenti zootecnici per adeguarsi alla normativa di gestione dei reflui. È stata, inoltre, appena rinnovata l’autobotte con gli iniettori per distribuire il liquame nel terreno ed è stato acquistato anche un nuovo carro unifeed, da aggiungere a quello già presente in azienda. In programma, a breve, c’è la costruzione di un nuovo capannone per la conservazione dei foraggi. Uno spazio sarà dedicato, in futuro, alla realizzazione di una cucina automa­tizzata per l’alimentazione zootecnica. Sempre in programma è la realizzazione di una stalla aggiuntiva che potrebbe benefi­ciare di un finanziamento con il contributo di primo insediamento dedicato ai giovani nel Psr. L’allevamento avrebbe anche la necessità di un sistema di rilevamento dei parametri degli animali gestito da un software, in modo di garantire il controllo della mandria anche da remOto. In futuro inoltre è previsto un rinnovamento dei locali di mungitura, attualmente a giostra.

Il ciclo si chiude con l’impianto di biogas da 209 kW che è alimentato all’80% dalle deiezioni aziendali e per la restante quota da una piccola integrazione composta dagli scarti delle trincee d’insilamento. “Questo impianto per­mette all’azienda di essere autosufficiente per la quota di azoto – sottolinea Angelo – destinata come fertilizzante alle colture: gli erbai misti di graminacee e leguminose, erba medica e cereali a paglia. Sul mais facciamo un’integrazione con urea nella fase di sarchiatura”.

 

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