A fronte degli ultimi dati Istat sulla disoccupazione giovanile in Italia, che si attesta a settembre a 35,1%, in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,7 punti nel confronto tendenziale, Agrofarma – Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica – evidenzia il trend positivo rappresentato, invece, dal settore agricolo. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi da Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) e Coldiretti l’agricoltura italiana, infatti, rappresenta un settore in controtendenza: nel secondo trimestre 2012 sono aumentati sia i lavoratori dipendenti (+10,1%) sia quelli indipendenti (+2,1% le nuove imprese) del settore agricolo.
I dati – In particolare, un lavoratore assunto su 4 ha meno di 40 anni e, per la prima volta da dieci anni, sono in crescita le fattorie condotte da giovani agricoltori: 62 mila quelle che vedono al vertice gli under 30, di cui il 30,7% dei casi sono guidate da donne, come rilevato dall’ultimo Censimento nazionale dell’agricoltura. In un momento di crisi economica, insomma, i giovani continuano a credere nell’agricoltura come possibile sbocco professionale.
La ricerca come sbocco lavorativo – Il settore degli agrofarmaci, inoltre, rappresenta un esempio di come la filiera agroalimentare possa attirare molti giovani ricercatori italiani, per i costanti investimenti e per le sue potenzialità di sviluppo. “Circa l’80% delle aziende aderenti ad Agrofarma è costantemente impegnata in attività di Ricerca e Sviluppo: nel complesso il settore investe in R&D ben 48 milioni di euro, pari al 6% del fatturato complessivo del comparto – dichiara Andrea Barella, Presidente di Agrofarma. – Circa il 14% del numero totale di addetti, inoltre, è dedicato alla ricerca, l’85% dei quali sono ricercatori a tempo pieno”.