Senza cipressi non è Toscana. La pensa così il 53% degli agri-turisti. Più di uno su due (55%) tornerebbe ma con minor frequenza, mentre l’8% non ci tornerebbe proprio. Sono questi alcuni dei dati emersi a Siena durante l’incontro «Il cipresso, risorsa e simbolo del territorio senese» che si è tenuto all’Accademia dei Fisiocritici, organizzato fra gli altri dalla Regione Toscane e dall’Ordine degli agronomi e forestali della provincia di Siena.
Appeal – Cipresso come elemento del paesaggio Secondo lo studio sul ruolo economico del cipresso condotto da Leonardo Casini della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze, il paesaggio toscano senza i caratteristici cipressi perde appeal e fa diminuire il numero dei turisti. Per il 90% di quelli che frequentano la Toscana i contorni delle colline e i cipressi «sono molto tipici del paesaggio», mentre per il 41% «sono fondamentali» e solo per l’1% «per niente importanti».
Gli agronomi – «Il cipresso – ha spiegato Monica Coletta, presidente della Federazione dei Dottori Agronomi toscani – pur non essendo specie autoctona, si è naturalizzato per la sua capacità di insediarsi in contesti paesaggistici difficili. Oggi dobbiamo fronteggiare i danni provocati dal cancro del cipresso che sta minando esemplari di grande pregio. La ricerca di specie resistenti alle malattie, quindi, acquisisce una rilevanza particolare perché si tratta di una pianta da tutelare per il valore economico del nostro paesaggio ma senza abusarne».
Binomio – Un binomio inscindibile, quindi, quello fra cipressi e territorio della Toscana dimostrato anche da un ulteriore esperimento condotto dall’indagine che si è svolta tra Siena, Grosseto, Firenze, Lucca e Pisa: sottoponendo agli intervistati un’immagine con il paesaggio toscano senza cipressi, il 53% ha risposto che non si tratta di un paesaggio tipico della Toscana. L’82% ha notato, invece, che manca qualcosa. Mentre per quanto riguarda il cancro, una delle malattie più frequenti che colpisce i cipressi, il 96% degli intervistati si dice favorevole all’intervento degli enti competenti per fronteggiarlo. Il 76%, invece, sarebbe addirittura disponibile a pagare per contribuire a mantenere il cipresso nel paesaggio toscano.