Un incremento del 6% nei primi sei mesi del 2012. I prodotti biologici sembrano non conoscere flessioni. Il dato dimostra che nonostante la crisi, gli italiani fanno ancora molta attenzione a ciò che mangiano. Si rileva però che sono aumentati anche i consumi di private label, i ricorsi ai discount e ai primi prezzi. La recessione economica tocca quindi anche il settore alimentare. E se da un lato, appunto, crescono i consumi di prodotti bio, dall’altro si registra un potenziale rischio per la salute poiché gli acquisti sono stati riconfigurati riducendo ad esempio il consumo di frutta e verdura.
Lo studio – Secondo i dati della ricerca Nomisma realizzata per Pentapolis – Associazione per la Responsabilità Sociale – non può rassicurare se il dato medio del consumo giornaliero di frutta e verdura è ancora dentro i quantitativi raccomandati dall’OMS. Le abitudini alimentari non sono corrette: non più del 4% della popolazione consuma le 5 porzioni indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre c’è un altro fattore allarmante: tra gli adolescenti 15-17 anni circa il 33% non consuma neanche una porzione di frutta o verdura al giorno (tale quota è comunque alta anche nella popolazione italiana in generale, 19%). Il trend di consumo di frutta e verdura è dunque in forte ribasso: considerando i consumi domestici, si è passati da un consumo annuo nel 2000 di 450 kg a famiglia a 347 kg nel 2011 (-23%).
Educazione alimentare – Accanto a questo dato, ce n’è un altro che desta preoccupazione: circa 1,8 milioni di ragazzi tra i 6 e 17 anni hanno problemi di eccesso di peso (sovrappeso e obesità). Si tratta di più di un quarto della popolazione in quella fascia di età (26,2%). Diventa quindi sempre più importante fare attività di informazione e formazione sui bambini e sui genitori circa le buone abitudini alimentari. Infatti, già in età prescolare il bambino sviluppa le sue preferenze alimentari. I genitori sono dunque il primo vettore che determina il bambino a sviluppare gusti e comportamenti alimentari più o meno corretti. L’Osservatorio Nomisma sui Consumi Alimentari ha condotto in questo senso un’indagine per valutarne le abitudini. Nelle famiglie dove i genitori mangiano frutta e verdura ogni giorno in almeno 2 occasioni, anche i figli hanno una maggiore propensione al consumo (il 75% consuma frutta e verdura ogni giorno a fronte del 54% dei bambini inseriti in nuclei familiari con genitori il cui consumo è sporadico o casuale).
Cosa fare – Oltre che dai genitori, la formazione di comportamenti alimentari viene influenzata anche dalla pubblicità dei prodotti. Se posta in relazione con l’importanza di altri attributi (origine italiana del prodotto, convenienza, marca, presenza di marchi di qualità – Dop, Igp e Biologico), la pubblicità non è una determinante di scelta prioritaria, anche se il 2% delle famiglie utilizza la pubblicità come criterio di scelta rilevante. La pubblicità pur non influendo nelle scelte abituali della famiglia ha comunque un ruolo rilevante in alcune occasioni o situazioni: il 9% dei responsabili acquisti intervistati ha dichiarato che spesso capita di mettere nel carrello un prodotto alimentare proprio perché stimolato dalla pubblicità. Preoccupa come nelle famiglie con figli minori di 12 anni tale percentuale salga al 15% (contro il 7,5% delle altre famiglie). Anche la presenza di gadget è un fattore diretto di impulso all’acquisto: il 16% delle famiglie con figli minori di 12 anni riferisce di avere frequenti occasioni di acquisto di prodotti alimentari dettate dalla presenza di omaggi (contro l’8% delle altre). Infine è la scuola con la sua formazione aiuta i bambini e i ragazzi a rafforzare le buone abitudini. Ogni giorno la ristorazione scolastica distribuisce 2,2 milioni di pasti.
Corretta alimentazione tra i banchi – La scuola è perciò un’occasione importante per realizzare attività di educazione alimentare volte a correggere i comportamenti scorretti e per mettere in pratica comportamenti sostenibili. La presenza di cibi sentinella di un’alimentazione non corretta nella dieta quotidiana dei bambini è elevatissima: il 36% dei bambini 6-11 anni ha bevuto bibite gasate il giorno prima dell’intervista e il 30% ha mangiato patatine (indagine realizzata da Nomisma-Swg nell’ambito del progetto Frutta nelle Scuole realizzato dal Ministero delle Politiche Agricole). In questo senso si inserisce il progetto di Pentapolis, “Mens(a) Sana – Ristorazione Sostenibile nelle scuole”.
Il progetto – Si svolge oggi infatti il primo seminario che vuole far incontrare tutti gli attori della ristorazione scolastica – pubblica amministrazione centrale e locale, aziende della ristorazione, produttori, società civile – con l’obiettivo di stimolare una discussione e la realizzazione di un Manifesto di buone pratiche per tracciare un indirizzo centrato sulla salubrità e sostenibilità del settore. “Il progetto Mens(a) Sana – spiega Massimiliano Pontillo, Presidente di Pentapolis – vuole contribuire a diffondere una corretta informazione e formazione alimentare, in armonia con la natura e l’ambiente, educare i bambini e i loro genitori sull’importanza delle buone abitudini alimentari, sia per la tutela della salute personale che per quella dell’ambiente che ci circonda. Per questo motivo abbiamo creato un Osservatorio che effettuerà ricerche in ambito alimentare e sulle abitudini di acquisto delle famiglie italiane. Inoltre vogliamo mettere a confronto i decisori pubblici con le aziende operanti nel settore e la società civile per realizzare un Libro Bianco che incentivi e promuova le migliori pratiche”.
L’iniziativa – Mens(a) Sana si svolge oggi dalle 9.30 alle 13.30 a Roma, presso la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. L’evento, promosso da Pentapolis, ha l’adesione del Presidente della Repubblica e i patrocini del Ministero della Salute e della Provincia di Roma. Partner scientifico dell’evento è FOSAN, Fondazione per lo Studio degli Alimenti e la Nutrizione, Nomisma è invece il partner tecnico. Hanno aderito all’iniziativa AIAB, ANDID, Cittadinanzattiva, Coldiretti, Kyoto Club, Legambiente, MOIGE, Unione Nazionali Consumatori e WWF. E’ realizzato con il contributo di CAR – Centro Agroalimentare Roma, Cir Food e INNOVA e con il supporto dell’Università di Roma La Sapienza, dell’Università di Roma Tor Vergata, della Scuola Superiore di Management Sant’Anna di Pisa e del CIISCAM – Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sulle Culture Alimentari Mediterranee.