ROMA – La nuova ordinanza ministeriale che permette alle aziende interessate dalle zone in restrizione di procedere alla movimentazione dei capi, previa valutazione del rischio da parte del servizio sanitario, è una buona notizia che accoglie le richieste di Confagricoltura.
L’Organizzazione degli imprenditori agricoli aveva infatti sollecitato le istituzioni a intervenire, vista la grave situazione degli allevamenti suinicoli nelle zone di restrizione da PSA (Peste Suina Africana), fermi nella produzione e nelle movimentazioni.
La misura permette di iniziare a risolvere il problema del sovraffollamento delle strutture e procedere alla ripresa dell’attività commerciale. L’auspicio di Confagricoltura è che ora le Regioni procedano a concedere tali deroghe per favorire la commercializzazione dei capi, garantendo comunque la sicurezza sanitaria. E’ infatti prioritario iniziare a riaprire gli scambi commerciali ed evitare la chiusura definitiva di importanti realtà produttive, che comunque avranno bisogno di interventi di sostegno per poter essere messe in sicurezza.
Resta inteso – evidenzia Confagricoltura – che questa apertura non deve far abbassare la guardia. L’invito agli allevatori è quindi di continuare ad essere rigorosi nell’applicare le norme di biosicurezza e di farle rispettare a tutti coloro che entrano nei siti produttivi.
Occorre ancora lavorare per togliere la limitazione alla movimentazione tra Regioni con zone in restrizione comuni: i limiti e i confini amministrativi creano infatti solo difformità e impedimenti burocratici agli scambi commerciali.
Positivi, invece, alcuni elementi: la nuova perimetrazione in Gazzetta Ufficiale della UE che liberalizza zone prima in restrizione in alcune regioni, in primis Sardegna, Piemonte e Calabria, e l’avanzamento dei lavori di contenimento della fauna selvatica con gli sbarramenti che si stanno attuando sulle principali vie autostradali, utili anche a bloccare l’espansione della malattia nell’area del Nord-Est. A tale sforzo – conclude Confagricoltura – andrà associato un concreto depopolamento della fauna selvatica nei punti strategici e un coordinamento di tali operazioni su tutto il territorio nazionale.