C’è la vendetta di un ex dipendente dietro l’atto vandalico all’azienda produttrice di Brunello Case Basse di Montalcino. Braccato e controllato dal nucleo investigativo dei Carabinieri di Siena da circa una settimana, ieri è stato arrestato l’ex dipendente. È lui l’accusato di aver versato nelle fogne circa 600 ettolitri di Brunello, causando un danno economico all’azienda calcolato in 6-7 milioni di euro. L’uomo, accusato di sabotaggio, avrebbe compiuto l’atto vandalico mosso dalla rabbia per la scelta della ditta di assegnare ad un altro dipendente un alloggio di proprietà dell’azienda.
Vendetta – Avrebbe agito per vendetta l’ex dipendente dell’azienda vinicola Case Basse di Montalcino, arrestato con l’accusa di aver fatto finire nelle fogne 600 ettolitri di Brunello prodotto dalla stessa impresa per cui aveva lavorato. È quanto si spiega in una nota dei carabinieri del comando provinciale di Siena il cui nucleo investigativo, insieme ai colleghi di Montalcino, ha effettuato ieri sera l’arresto, in esecuzione di misura cautelare disposta dal gip senese Bruno Bellini, per il reato di sabotaggio. L’arrestato, un romano di 39 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, spiegano sempre i militari, sarebbe stato ”mosso da vecchi rancori” nei confronti del suo ex titolare: tra i motivi, «quello dell’aver preferito un altro dipendente nell’assegnazione di un alloggio di pertinenza dell’azienda».
I COMMENTI DEL CONSORZIO E SINDACO – In merito alle indagini sull’atto vandalico che ha colpito duramente Gianfranco Soldera e l’Azienda Case Basse, il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli e il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci – a nome di tutto il Consiglio di Amministrazione del Consorzio – sottolineano come “ad oggi le evidenze presentate dalle forze dell’ordine confermano quanto già espresso dal Consorzio e dai rappresentanti istituzionali della comunità montalcinese e cioè che si sia trattato di un atto vile ed inqualificabile totalmente estraneo alla cultura ed ai valori del territorio montalcinese che a sua volta ne è stato vittima indiretta in quanto colpendo una delle sue eccellenze più conosciute di fatto ha danneggiato tutto il sistema dei produttori”. “Ciò – prosegue Bindocci – mi porta anche a ribadire la nostra condanna di coloro che, a vario titolo, in modo cosciente e del tutto arbitrario, hanno voluto ricondurre quanto accaduto ad ipotesi criminali o vendette tra produttori, danneggiando consapevolmente l’immagine di Montalcino e, con essa, di uno dei più prestigiosi prodotti del Made in Italy nel mondo”.
Gravità della vicenda – Per il sindaco Franceschelli e il Presidente Bindocci “questo ovviamente non diminuisce la gravità della vicenda che, al di là di letture fantasiose e strumentali di cui nelle sedi opportune si chiederà conto, rimane un atto inaccettabile che ha colpito duramente un produttore stimato e conosciuto come Gianfranco Soldera, cui confermiamo tutta la solidarietà dei produttori, solidarietà che da sempre rappresenta un grande valore di questo territorio”. “Desideriamo infine ringraziare le forze dell’ordine – concludono – per la celerità e competenza con cui hanno portato a termine le indagini, dissipando così ogni lettura tendenziosa dei fatti e ridando serenità al territorio che da sempre presidiano con grande efficienza”.
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